Procura di Palermo indaga su possibili incontri Provenzano e Dell’Utri a Como
di AMDuemila
“Che questo Binnu e questo Marcello (incomprensibile) è andato a trovarlo”. La voce è quella del capo dei capi corleonese, Totò Riina, mentre parla con il boss della Sacra Corona Unita Alberto Lorusso. L’intercettazione della Dia risale al 5 settembre 2013 nel carcere di Opera, e svela un racconto inedito di Riina: il boss Bernardo Provenzano avrebbe incontrato un certo Marcello a Como. Ora ci si chiede se questo Marcello altri non è che l’ex senatore del Popolo della Libertà e cofondatore di Forza Italia, oggi in carcere per scontare la pena di sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa. La nuova perizia chiesta dai pm del processo sulla trattativa Stato-mafia nelle scorse settimane non è riuscita a scoprire il cognome di questo Marcello a causa di forti rumori di fondo. Fatto sta che a Como Marcello Dell’Utri, oltre ad aver avuto la residenza per anni, fino al 1999 possedeva una villa proprio sul lago. Villa nella quale, secondo il pentito Salvatore Cucuzza, nel 1994 Dell’Utri incontrò lo stalliere di Arcore, Vittorio Mangano.
Un’incontro quello tra Provenzano e Marcello che il capo della cupola non sembra aver gradito: “lo a Binnu (cioè Bernardo Provenzano ndr) … forse … lo vedevo più sperto (intelligente ndr). Lo dovevo capire che forse … ma non era cosi sperto come pensavo io. Perché … se lui ci andava a Como, a truvari a chiddu (a trovare quello ndr) vuol dire che era il più imbecille che esisteva”, dice Riina durante l’ora d’aria rivolgendosi a Lorusso. E continua: “Perché Binnu di che cosa gli parlava: ma io non c’ero, giusto? Era un amico, certo, ma tutto, tutto non gli dicevo, non pensate che gli dicevo tutto”.
“Questo che cosa ti poteva dare a te? – insiste il boss corleonese - Questo niente ti poteva dare a te, sfruttava là dentro”. E Lorusso aggiunge: “Più di quello che avevate ottenuto voi, che cosa poteva dare? Niente. Quello era un volpone, era un volpone quello là”.
Riina al compagno d’ora d’aria dice anche di aver messo in guardia Provenzano: ”Stai attento, crisceru insiemmula (sono cresciuti insieme, ndr)”.