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strage via damelio big1Opposizione di uno dei condannati accusati ingiustamente da Scarantino
di AMDuemila
L’inchiesta sui tre poliziotti Mario Bo, Vincenzo Ricciardi e Salvatore La Barbera, appartenenti del gruppo investigativo Falcone-Borsellino, coordinato dal defunto questore Arnaldo La Barbera, che indagò sulle stragi negli anni Novanta, indagati per calunnia aggravata ed accusati di essere autori del depistaggio delle indagini sulla strage di via d’Amelio, non è stata archiviata dal Gip di Caltanissetta.

Ad opporsi alla richiesta di archiviazione della Procura di Caltanissetta è Natale Gambino, condannato con sentenza definitiva alla massima pena per l’eccidio in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta, poi scagionato dal pentito di Brancaccio Gaspare Spatuzza. Tornato provvisoriamente in libertà nel 2012 in attesa dell’apertura del processo di revisione che si terrà a Catania (assieme a lui anche altri sei condannati ingiustamente) Gambino, tramite il suo legale Giuseppe Dacquì, chiede che anche i poliziotti vadano a processo come accaduto per i falsi pentiti Vincenzo Scarantino, Salvatore Candura e Francesco Andriotta, già coinvolti nel processo Borsellino quater.
Così il prossimo 23 novembre i pm di Caltanissetta il procuratore aggiunto Lia Sava (temporaneamente reggente della Procura dopo la nomina di Sergio Lari come Procuratore generale), ed i sostituti Gabriele Paci e Stefano Luciani dovranno nuovamente spiegare di fronte ad un giudice i motivi che hanno portato alla richiesta di archiviazione presentata lo scorso luglio. Nelle 188 pagine i pm avevano sottolineato come il depistaggio, descritto come “una delle pagine più nere della storia giudiziaria italiana”, fosse certo anche se mancano le prove per giungere ad un dibattimento. Ad assistere Bo, Ricciardi e La Barbera saranno gli avvocati Nino Caleca, Roberta Pezzano, Marcello Montalbano e Piefrancesco Ciancia.

ANTIMAFIADuemila
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