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riina-904-effdi AMDuemila - 14 aprile 2015
Contrariamente all'ergastolo chiesto dal pm Angela Pietroiusti, il boss Totò Riina è stato assolto dall'accusa di essere il mandante della strage del Rapido 904. La sentenza è stata letta dal presidente della corte d'assise di Firenze Ettore Nicotra. Riina, che ha seguito il processo il collegamento video, aveva deciso di non assistere alla lettura della sentenza.
Per il tribunale di Firenze il boss corleonese "non ha commesso il fatto", mentre l''assoluzione c'è stata perché "manca la prova piena che sia colpevole - ha detto il legale difensore di Riina, Luca Cianferoni - Praticamente è la vecchia insufficienza di prove".
Aggiornamento - Ore 19:19


Rapido 904: pm chiede ergastolo per Riina
di AMDuemila - 14 aprile 2015
"Riina è il determinatore" della strage del rapido 904, "non c'è il minimo dubbio". A dirlo è il pm Angela Pietroiusti che oggi a processo ha chiesto "la pena massima dell'ergastolo". "Si chiede la condanna non perché non poteva non sapere perché era a capo dell' organizzazione - ha spiegato al processo - , ma perché Riina esercitava questo potere. Solo con la sua autorizzazione è stato fornito l'esplosivo a Calò e solo lui poteva decidere la destinazione dell'esplosivo."
La strage del rapido 90, avvenuta il 23 dicembre 1984 provocò 17 morti e 267 feriti, ed aprì così il periodo delle stragi in Sicilia e in Continente che si susseguirono fino al 1993.
Durante la requisitoria Pietroiusti ha sottolineato che:  "mai Cosa nostra aveva fatto ricorso ad attentati con modalità terroristiche che non fossero diretti a precisi obiettivi: appartenenti alla cosca avversa, pubblici funzionari, magistrati, servitori dello Stato, esponenti politici".
Uno degli obiettivi dell'organizzazione criminale era "fare pressione sui propri referenti politici, i Salvo e Salvo Lima, per incidere sull'esito del maxiprocesso. Quello era ciò che più spaventava l'organizzazione, come dimostreranno le stragi del 1993: una volta che diventano definitive le condanne, continua l'attacco per costringere le istituzioni a venire a patti, lo Stato viene sottoposto a gravi ricatti. E' un attacco frontale allo Stato".
"La strage del Rapido 904 avviene nel 1984 - ha ricordato il pm - quando c'è stato il pentimento di Tommaso Buscetta e ci sono stati i mandati di cattura di Falcone e Borsellino, che stanno istruendo il maxiprocesso".
La condanna serve "a fare giustizia, per il rispetto delle vittime, anche se a distanza di tempo" ha dichiarato il pm. Il 'legame' fra Riina e Pippo Calò, già condannato per la strage nel 1992, secondo il pm è dimostrato anche dalla trattativa di cui parlò Brusca, quando i boss chiesero "la concessione di benefici, gli arresti ospedalieri per alcuni mafiosi: fra questi è sempre presente Pippo Calò. A Pippo Calò viene riservato un trattamento di favore. Oltre a lui c'erano le persone di massima fiducia di Riina, come Bernardo Brusca".

Fonte ANSA

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