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mano-documenti-firmaL’impegno della Regione, nelle prossime settimane inizieranno a lavorare
di Francesca Mondin - 12 febbraio 2015
Giornata di grande soddisfazione per l’Associazione nazionale testimoni di giustizia. Dopo mesi di attese, solleciti e manifestazioni si è finalmente conclusa la "fase istruttoria" della Commissione Centrale sul provvedimento legislativo che, a breve, porterà all’assunzione di chi ha denunciato la mafia presso la pubblica amministrazione della Regione Sicilia. “Siamo veramente felici, un grande passo è ormai fatto – dicono, quasi commossi, Piera Aiello, Ignazio Cutrò e Giuseppe Carini, i tre testimoni di giustizia che da sempre sono stati promotori di queste leggi- è un momento di grande soddisfazione per tutti noi, non per il posto di lavoro in quanto tale ma per la dignità che ci è stata ridata”.
Ora che la Commissione centrale ha concluso il suo percorso non resta che attendere che la Regione Sicilia provveda, nel più breve tempo possibile, alla firma dei contratti d’assunzione. L’ostacolo maggiore infatti, secondo quanto detto dai testimoni di giustizia, era rappresentato dalla lentezza della Commissione centrale nel portare a termine tutte le procedure necessarie per permettere alla Regione di procedere. “Nel documento di sollecito della regione c’è scritto che nel momento in qui arrivano i documenti tempo una settimana e verremo assunti. - Spiega Ignazio Cutrò, presidente dell’Associazione nazionale testimoni di giustizia- questo documento dovrebbe arrivare domani”.

Proprio la scorsa settimana i testimoni di giustizia stanchi dei continui rinvii, avevano organizzato una manifestazione davanti al palazzo d’Orleans per chiedere che la Commissione centrale sbloccasse questa situazione di stallo. Martedì scorso Cutrò, Carini e Aiello, avevano quindi espresso al presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi ed all'on. Mattiello, coordinatore del V Comitato della commissione sui  testimoni, rammarico e indignazione sulla lentezza di questo percorso.
Ora finalmente “hanno deliberato le pratiche – dice Cutrò - grazie anche al lavoro straordinario del senatore Lumia e degli altri politici che hanno fatto pressioni affinchè si arrivasse a questo punto.”
“Non possiamo che esprimere il nostro più vivo ringraziamento per quanti alla regione Sicilia ed all’Ars hanno seguito e promosso l’approvazione della legge regionale ad unanimità, con la partecipazione di tutte le forze politiche -  aggiunge Carini - e ringraziamo gli  uomini dei servizi di scorta che ci hanno sostenuto  in questa lunga battaglia”.

Da sempre il cavallo di battaglia
Per capire cosa rappresenti questo momento per l’Associazione  nazionale testimoni di giustizia bisogna pensare che come spiega Piera Aiello: “questo è stato il nostro primo obiettivo in assoluto come associazione”.  Ora non resta che attendere l’esito positivo anche per il decreto nazionale. “Noi siamo stati promotori di queste due leggi ed ora seguiremo ancora con più attenzione il decreto nazionale - sottolinea il presidente Cutrò - lo abbiamo ribadito anche in Commissione antimafia martedì. Finché tutti i testimoni a livello nazionale, non solo regionale siciliano, non saranno assunti noi non smetteremo  di fare le nostre battaglie”.
“Ora non ci fermiamo più, abbiamo tante cose in cantiere dopo aver sistemato tutti i testimoni di giustizia – conclude Piera Aiello - E’ giusto che le persone oneste non devono per forza soffrire, ed essere boicottate  e maltrattate come è successo negli anni.”

Amaro in bocca
Se da una parte le delibere di oggi rappresentano un grande passo avanti per i cittadini che hanno deciso di stare dalla parte della giustizia, dall’altra bisogna sottolineare che questa è stata una vittoria molto sudata e durante la quale non sono mancate per i testimoni di giustizia le situazioni di sconforto ed isolamento. “Rimane un po’ di amaro in bocca – puntualizza Cutrò - perché nessun deputato regionale e della Commissione antimafia si è presentato la scorsa settimana durante la nostra manifestazione sebbene siamo rimasti fino alla mattina seguente dinnanzi al palazzo della Regione”. Ed anche da parte delle associazioni antiracket non è stata data molta attenzione e sostegno alla manifestazione. “Solo Don Luigi Ciotti ha espresso la solidarietà – spiega il testimone di giustizia Cutrò - Secondo me  è compito anche delle associazioni antimafia e antiracket stare vicino alle persone che hanno avuto dignità di denunciare nelle aule giudiziarie. L’antiracket è nato per questo e non per fare passerelle e dare pacche sulle spalle. La lotta alla mafia deve essere di tutti, dello Stato come dei cittadini”.

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