Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

maletti-gianadelio-2di Aaron Pettinari - 18 novembre 2014
I pm Di Matteo, Tartaglia, Teresi e Del Bene in trasferta a Johannesburg per interrogare l'ex numero due del Sid che ottenne l'allontanamento di Mario Mori dai servizi.
“Per quale motivo nel 1975 scrisse all'allora direttore del Sid, Mario Casardi, chiedendo l'allontanamento di Mario Mori dai servizi 'nel più breve tempo possibile'?”. Potrebbe iniziare così l'interrogatorio del 93enne Gianadelio Maletti, l'ex numero due del servizio informazioni della difesa (poi divenuto Sismi), a Johannesburg, in Sudafrica. Nei giorni scorsi è arrivato il via libera dalle autorità sudafricane alla rogatoria inviata dalla Farnesina così i pm del pool che indaga sulla trattativa Stato-mafia, composto da Nino Di Matteo, Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene, si è imbarcato alla volta del capoluogo della provincia di Gauteng per interrogare l'ex 007.

L'appunto
Scavando nel passato di Mori la Procura ha scovato un appunto in cui l'ex capo del reparto D (dedicato al controspionaggio), il 4 gennaio del 1975, scriveva all'ammiraglio Casardi per allontanare colui che all'epoca era un giovane capitano in forza al raggruppamento centri di controspionaggio di Roma. Il 9 gennaio Casardi (al tempo direttore facente funzioni) emette un provvedimento formale in cui dispone l’allontanamento con effetto immediato aggiungendo alla richiesta di Maletti un’ulteriore direttiva. Non soltanto Mori deve essere cacciato via dal Servizio, ma deve essere urgentemente allontanato dal territorio della città capitolina. Perché mai Mori viene mandato via da Roma in quel modo? E perché l'ex capo del Ros, oggi imputato al processo sulla trattativa insieme a politici, boss mafiosi e gli ex colleghi Giuseppe De Donno e Antonio Subranni, per anni non è stato più inserito all'interno del servizio di sicurezza? Il diniego avvenne anche nel 1978 quando l'Arma dei Carabinieri tentò nuovamente l'inserimento al Sid, in maniera piuttosto irrituale, con il servizio segreto che rispose con un appunto in cui si spiegava che Mori non poteva rientrare in servizio nella capitale in quanto era ancora in corso il processo sul Golpe Borghese. Forse che Mori abbia avuto un ruolo anche all'interno di quel progetto che già vedeva coinvolto il suo ex superiore Vito Miceli? Sono questi i quesiti a cui la Procura di Palermo vorrebbe dare una risposta e a cui l'ex 007, latitante da quando è stato condannato definitivamente nel 1987 per aver depistato le indagini sulla strage di Piazza Fontana, potrebbe dare un'importante chiave di lettura così come potrebbe spiegare con nuovi dettagli sulla strategia della tensione messa in atto negli anni '60 e '70 e che avrebbe visto, dietro le quinte, la regia dei servizi segreti atlantici. Pezzi di storia del Belpaese che potrebbero essere messi in fila tanto da far tremare il l'Italia. E forse non è un caso l'esposto presentato nei mesi scorsi dagli ex alti ufficiali del Ros Mario Mori e Giuseppe De Donno con cui contestano il modo con cui i pm stanno portando avanti la nuova fase dell’inchiesta sul Patto Stato-mafia.

DOSSIER Processo trattativa Stato-Mafia

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos