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sgarbi-eff-ritagldi Lorenzo Baldo - 4 novembre 2014
Vittorio Sgarbi è indubbiamente un noto critico d’arte. Ma è soprattutto un pregiudicato. Basta rileggere solo “alcune” delle sue condanne per comprendere il suo “pedigree” giudiziario
In un Paese senza più memoria e senza più un comune sentire etico è “normale” vedere un pregiudicato accanirsi volgarmente contro il processo sulla trattativa Stato-mafia e contro i pm che lo hanno istruito, tra cui Nino Di Matteo e Antonio Ingroia. Quello che è accaduto a margine della conferenza stampa sulle polemiche relative alla chiusura al pubblico del museo di Mazara del Vallo, nei giorni festivi e nei pomeriggi, si commenta da solo.

Vittorio Sgarbi è indubbiamente un noto critico d’arte. Ma è soprattutto un pregiudicato. Basta rileggere solo “alcune” delle sue condanne per comprendere il suo “pedigree” giudiziario. 26 novembre 2013: condannato dal giudice monocratico di Genova a una sanzione di 5 mila e 800 euro per aver diffamato il Gip di Firenze Rosario Lupo durante la trasmissione “Tetris”. 18 novembre 2013: condannato dal Tribunale civile di Caltanissetta a liquidare all’ex Procuratore di Torino, Giancarlo Caselli, un risarcimento di 100 mila euro per averlo diffamato durante una trasmissione di “Sgarbi quotidiani”. 5 gennaio 2011: condannato dal Tribunale di Milano a una sanzione di 65 mila euro per aver diffamato sul “Giornale” i pm Vittorio Aliquò, Antonio Ingroia, Giovanni Di Leo e Lia Sava. 20 ottobre 2010: condannato dal Tribunale civile di Torino a una sanzione di 35 mila euro per aver diffamato il giornalista Marco Travaglio in tv e su un quotidiano on line. 27 maggio 2010: condannato dalla Corte di Appello di Venezia a una sanzione di 110 mila euro per aver diffamato l’ex pm di Pordenone Raffaele Tito durante una trasmissione televisiva. 10 giugno 2009: condannato dal Tribunale civile di Torino a una sanzione di 30 mila euro per aver ingiuriato Marco Travaglio nel corso di una puntata di Annozero.

Si potrebbe continuare ancora. Per l’ex sindaco di Salemi, Comune sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2012, questo primo elenco raggruppa solo alcune delle grane che Sgarbi fa gestire ai suoi avvocati. In un altro Paese basterebbero per far cadere nel dimenticatoio un simile personaggio insieme a tutte le sue farneticazioni.

Tratto da: loraquotidiano.it

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