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iblisdi AMDuemila - 21 luglio 2014
Catania. Confiscati beni per un valore complessivo di circa 12,5 milioni di euro, per opera dei carabinieri del Ros e del comando provinciale di Catania e su disposizione delle Procura etnea, a Rosario Di Dio. L'uomo è stato arrestato in quanto coinvolto nell'indagine il 3 novembre del 2010 nell'ambito dell'operazione denominata "Iblis" e condannato in primo grado a 20 anni di reclusione. Di Dio è ritenuto responsabile di partecipazione ad associazione mafiosa ed altro in qualità di organizzatore della famiglia di Cosa Nostra di Ramacca.
Sono stati confiscati 49 beni immobili, 11 disponibilità finanziarie, 10 mezzi, quattro aziende ed una quota di partecipazione societaria. Il provvedimento di confisca si fonda sulle indagini svolte sulle famiglie di Catania, Ramacca e Caltagirone. Di Dio sarebbe stato, secondo gli accertamenti investigativi, elemento che ricopriva una posizione apicale nella famiglia di Ramacca e avrebbe quindi mantenuto contatti con esponenti di vertice delle altre famiglie mafiose del Catanese per definire le attività illecite da commettere e le strategie da adottare per la gestione e la riorganizzazione di Cosa Nostra nella provincia.

Di Dio era in stretti rapporti con l'allora rappresentante provinciale Vincenzo Aiello, e si sarebbe inoltre adoperato per la 'messa a posto' dei lavori svolti a Palagonia dall'imprenditore gelese Angelo Brunetti, impegnato nel paese nel settore della metanizzazione e della realizzazione della via di fuga (arteria stradale che funge da circonvallazione). Anche per quanto riguarda queste attività estorsive Di Dio è stato riconosciuto colpevole in concorso insieme ad Aiello e Franco Costanzo, ritenuto dagli inquirenti esponente di vertice all'interno dell'articolazione di Cosa nostra operativa a Palagonia e con una condanna a 20 anni di reclusione nel troncone del processo Iblis celebrato con rito abbreviato. Nel corso delle indagini è poi emerso il rapporto che intercorrevano tra Di Dio ed alcuni esponenti politici del territorio che all'epoca ricoprivano cariche in ambito in provincia e in regione. Tra questi Fausto Fagone e Antonino Sangiorgi, al tempo rispettivamente deputato all'Ars e consigliere provinciale di Catania, che sarebbero referenti politici di Cosa Nostra e condannati il primo a 12 ed il secondo a 10 anni di reclusione per concorso in associazione mafiosa.
L'associazione Addiopizzo Catania esprime "soddisfazione" per l'ottimo lavoro compiuto dai Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Catania insieme alla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale etneo e alla locale Procura", ritenendo importante "evidenziare la frequenza con cui i patrimoni mafiosi vengono pesantemente aggrediti da forze dell'ordine e magistratura" e sottolineando però la necessità che "anche la fase successiva alle confische sia gestita con la stessa incisività ed efficacia". Per questo ha ribadito "l'urgente necessità di rivedere seriamente la normativa in materia di funzionamento dell'agenzia nazionale dei beni confiscati".

Fonte ANSA

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