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scorta-civica-c-pasquale-floriodi Lorenzo Baldo - 4 luglio 2014
Palermo. Amara sorpresa quella di stamattina. Ignoti hanno rubato il gazebo utilizzato da “Scorta civica” per il presidio, che si svolge dal 20 gennaio davanti al Tribunale di Palermo, in difesa dei magistrati minacciati dalla mafia. La dinamica è alquanto semplice. Una volta terminato il “turno” mattutino il gazebo è sempre stato riposto in un’ampia sacca, per poi essere posato nel magazzino del Bar del Foro in attesa di essere ripreso nel turno successivo. Mercoledì scorso un uomo di mezza età, brizzolato, con gli occhiali, si è presentato al titolare del Bar spacciandosi per un esponente di “Scorta civica”. Dopo essersi fatto consegnare la sacca con il gazebo (spiegando che lo avrebbe montato in attesa degli altri colleghi) è scomparso senza lasciare traccia. Di fatto quel giorno non era previsto alcun turno davanti al Tribunale. La scoperta è stata fatta solo oggi quando i rappresentanti delle associazioni aderenti a “Scorta civica” hanno saputo dal barista che il gazebo era stato prelevato due giorni fa.

Al di là della denuncia contro ignoti resta l’amarezza di un gesto del tutto “simbolico” e dichiaratamente vigliacco. E’ evidente il fastidio provocato in questi mesi dal presidio in difesa dei magistrati minacciati dalla mafia. In questo periodo non sono mancate le manifestazioni, più o meno velate, del malessere generato dalla presenza costante di semplici cittadini riuniti sotto un’unica sigla. Parallelamente non sono mancati gli attestati di solidarietà da alcuni rappresentanti del mondo della politica regionale e delle istituzioni locali. Diverse scuole hanno partecipato al presidio portando alunni di tutte le età per esternare la piena solidarietà al pm Nino Di Matteo e ai suoi colleghi minacciati dalla mafia. Da parte dei componenti di “Scorta civica” (di cui Antimafia Duemila è parte attiva) nessun segno di voler arretrare: “si va avanti”, replicano all’unisono. In attesa che la città di Palermo si svegli dal torpore e dia un segnale.

Foto © Pasquale Florio

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