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principato-teresa2di Aaron Pettinari - 15 maggio 2014
A scriverlo il quotidiano La Repubblica. E c'è un pericolo talpe in Procura
Il superlatitante trapanese Matteo Messina Denaro, messo alle strette, ha deciso di colpire e ha diramato l'ordine per uccidere il procuratore aggiunto Teresa Principato, capo del pool che gli sta dando la caccia. A scriverlo è il quotidiano La Repubblica. A svelare il progetto mafioso sarebbe stato un confidente della Dia, ritenuto particolarmente attendibile che avrebbe spiegato agli inquirenti che l’attentato sarebbe pronto per essere attuato tra maggio e ottobre vicino al tribunale di Palermo. Il confidente avrebbe anche parlato dell'esistenza di una talpa all'interno della Procura di Palermo. Si tratta di qualcuno che lo tiene aggiornato sui movimenti di magistrati e investigatori.
Ed ancora, ha suggerito quale potrebbe essere il luogo dell'attentato: “Probabilmente, approfitteranno di un cantiere aperto lungo una delle strade attorno al tribunale”. Da venerdì scorso sono aumentati i controlli delle forze dell'ordine in tutta la zona e il dispositivo di protezione attorno a Teresa Principato, affidato alla polizia, è stato rafforzato con un servizio di bonifica, per controllare i percorsi fatti dalla scorta.

Si alza quindi il livello d'allarme in città. Già a gennaio un altro confidente aveva svelato alla Finanza che il latitante era in cerca di tritolo per un attentato a Teresa Principato e queste nuove indicazioni contribuiscono ad alzare il livello di guardia. Uno stato di allerta che scatta anche per i sostituti del pool, Paolo Guido e Carlo Marzella, in queste settimane alle prese con un nuovo processo contro il clan Messina Denaro che vede tra gli imputati proprio la sorella ed il nipote del latitante.
Dalle dichiarazioni del confidente è stata aperta un'indagine riservata da pare del procuratore di Caltanissetta Sergio Lari. In questi mesi il confidente si è dimostrato particolarmente informato su fatti e inchieste della Procura di Palermo, da quella sul patron di Valtur, Carmelo Piatti (che dava fastidio al boss di Castelvetrano ndr) a quella che ha portato all'arresto dei parenti di Messina Denaro. Non solo.
Il confidente, secondo il quotidiano Repubblica, avrebbe parlato anche di azioni specifiche della talpa, probabilmente un “dipendente infedele”, come la consegna della lettera di minacce sulla scrivania del pm Maurizio Agnello o quella inserita all'interno del fascicolo dell'udienza del processo contro i boss della mafia di Carini, rinvenuta dal pm Laura Vaccaro.

La redazione di ANTIMAFIADuemila esprime la propria solidarietà e vicinanza al pm Principato chiedendo alle autorità preposte di mantenere sempre più alta l’attenzione per la sicurezza dei magistrati che compiono delicatissime indagini.

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