di AMDuemila - 12 ottobre 2013
Nel frattempo i superiori del maresciallo dei carabinieri denunciano anche il suo avvocato
La Procura di Palermo ha aperto un’inchiesta sulla mancata cattura di Matteo Messina Denaro (foto). Tre mesi fa il maresciallo dei carabinieri Saverio Masi aveva riferito di avere individuato il latitante nel 2004, a Bagheria, aggiungendo che i suoi superiori avrebbero però bloccato le indagini. A fronte della denuncia del sottoufficiale il procuratore aggiunto Teresa Principato e il sostituto Maurizio Agnello hanno aperto un’inchiesta. Al momento il fascicolo è ancora a carico di ignoti.
Di fatto Masi aveva riferito che nel marzo del 2004, a Bagheria, mentre girava in auto, una macchina gli aveva tagliato la strada. Secondo il maresciallo dei carabinieri (che ora è nella scorta del pm Nino Di Matteo ed è un prossimo teste al processo sulla trattativa Stato-mafia) a bordo c’era proprio Matteo Messina Denaro. A quel punto Masi lo aveva seguito fino ad una villa così da scoprire che il super latitante aveva un appuntamento con una donna. Di seguito aveva stilato una relazione di servizio. Il maresciallo avrebbe quindi chiesto l'autorizzazione a proseguire le indagini, ma i superiori gli avrebbero chiesto di cancellare dalla relazione l’identità del proprietario della villa e quella della donna. Su tutto ciò la Procura di Palermo dovrà ora fare luce.
Nei giorni scorsi il sottoufficiale è stato condannato dalla Corte d'appello di Palermo a sei mesi per falso materiale e tentata truffa in una paradossale vicenda legata ad una contravvenzione inflittagli mentre era in servizio con un autovettura privata. Contemporaneamente il legale che difende Masi, l’avvocato Giorgio Carta, è stato oggetto - da parte dei superiori del suo assistito - di una denuncia penale (per diffamazione) e di un esposto al Consiglio dell'ordine degli avvocati in merito alla conferenza stampa tenuta lo scorso 14 maggio 2013. In quella occasione l’avv. Carta aveva denunciato pubblicamente, insieme ad un collega, gli ostacoli e le omissioni frapposte fra il 2001 ed il 2004 prima alla cattura di Bernardo Provenzano e successivamente a quella di Matteo Messina Denaro. Una conferenza stampa - decisamente non gradita ai vertici dell’Arma - basata sulle denunce dello stesso Masi e del suo collega Salvatore Fiducia.
ARTICOLI CORRELATI
Il maresciallo Masi: “Bloccate le indagini per catturare Provenzano e Messina Denaro”
Il suv e l’incidente: così Messina Denaro sfuggì alla cattura
Confermata la condanna a Saverio Masi: la vittoria dei pavidi
Processo Mori: carabiniere in aula, ''Fu bloccato sequestro papello''
Dopo Masi parla un altro carabiniere: “Anch'io ostacolato nelle indagini su Provenzano”