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mutolo-galleria-macerata0La mostra di Gaspare Mutolo a Macerata
di Miriam Cuccu - 12 agosto 2013
Scorci della sua Palermo e della spiaggia di Mondello, paesaggi naturali che rievocano una Sicilia ricordata e sognata. Spesso irraggiungibile, separata da spesse sbarre dietro le quali un uomo ha ritrovato se stesso attraverso la sua arte. L’11 agosto il Laboratorio41 di Macerata, in collaborazione con la galleria espositiva Baccina 66 di Roma e l’associazione culturale Giordano Bruno, particolarmente attiva sul territorio marchigiano, hanno voluto rendere omaggio alla pittura di Gaspare Mutolo, killer e soldato mafioso prima, grande collaboratore di giustizia dal ’91 in poi. Un profondo percorso umano che si è tradotto in un percorso artistico iniziato proprio in carcere.
“Abbiamo accolto con entusiasmo il progetto che ci è stato presentato – ha detto Alessandro Leanza, organizzatore della mostra “Gaspare Mutolo: il pittore” che rimarrà aperta fino al 3 di settembre – siamo rimasti molto colpiti dal Mutolo artista, dallo spessore del personaggio, dal suo coraggioso percorso di ricerca personale”.

La galleria ospita più di trenta quadri, il cui ricavato della vendita verrà in parte devoluto in beneficenza. “La Baccina 66 ha già curato diverse mostre del pittore Mutolo, proponendosi di documentare il riscatto morale e sociale che ha contraddistinto il pentito e la sua arte” ha affermato Marco Dionisi, rappresentante della galleria di Roma. Gaspare Mutolo, un corposo passato criminale alle spalle, è stato un affiliato di Cosa nostra e un fedele uomo del boss Totò Riina, nonché uno dei più grandi narcotrafficanti della mafia siciliana che ha partecipato a numerosi sequestri, omicidi e rapine. Arrestato più volte, in carcere conobbe il boss Luciano Liggio. È in quell’occasione che venne costruita l’immagine del Liggio pittore: in realtà il padrino corleonese, privo di qualsiasi talento artistico, si limitava a firmare i quadri di Mutolo. Quadri che adesso, invece, portano il vero nome dell’autore insieme al racconto di una vita oggi votata alla collaborazione con la giustizia. “Questa mostra dà lo spunto ai visitatori di apprezzare l’opera artistica in sé, ma soprattutto di interrogarsi sul cambiamento che un personaggio come Mutolo può operare nel proprio percorso di vita” ha mutolo-galleria-maceratacommentato Mara Testasecca, coordinatrice dell’evento che per l’occasione si fa portavoce dell’associazione Giordano Bruno.
Nelle trentasei tele è chiaramente tangibile la scelta di Gaspare Mutolo di voltare le spalle a Cosa nostra. Rappresentata in molti quadri come una piovra i cui tentacoli lambiscono edifici dalle forme nette e dai colori accesi, raffigurazione a un tempo reale e onirica caratterizzata da forme semplici e forti accostamenti cromatici. Come quel mare blu acceso di Mondello dove il pentito sogna un giorno di tornare a mangiarsi un gelato prima di morire. O i paesaggi campestri studiati con struggente desiderio da dietro le sbarre, come se chi osserva l’opera si trovasse egli stesso al posto del detenuto.
“Gaspare Mutolo, insieme a Tommaso Buscetta, Salvatore Contorno, Francesco Marino Mannoia e Antonino Calderone è uno dei più importanti pentiti della storia dell’antimafia italiana” ha detto il direttore di Antimafia Duemila Giorgio Bongiovanni, ispiratore del progetto realizzato a Macerata. “Grazie al suo contributo sono stati arrestati decine di mafiosi. Mutolo ha recentemente fatto i nomi di molti insospettabili personaggi collusi con Cosa nostra, approfondendo inoltre gli aspetti del riciclaggio del denaro di Cosa nostra con la banca del Vaticano. Interrogato dai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, soprattutto da quest’ultimo. E' uno dei collaboratori che ha menzionato la parola ‘trattativa’ tra mafia e Stato”. “A seguito dell’apertura del processo (sulla trattativa, in corso a Palermo, ndr) – ha proseguito Bongiovanni – schierarsi dalla parte dell’antimafia è diventata una scelta obbligatoria per la società civile, per non macchiarsi come lo Stato di omertà e vigliaccheria”. Due parole che Gaspare Mutolo decise di dimenticare intraprendendo il cammino di collaboratore. “L’arte è una menzogna che ci fa capire la verità”, diceva Pablo Picasso: e l’arte dell’ex autista di Riina testimonia una verità di violenza e soprusi, ma anche di un consapevole riscatto morale.

FOTOGALLERY © Baccina 66
"Gaspare Mutolo, il pittore" preview by Laboratorio41 di Macerata


Foto in alto: Marco Dionisi (Baccina 66), Mara Testasecca (Ass. Giordano Bruno) e Alessandro Leanza (Laboratorio41)

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