di Lara Borsoi - 28 agosto 2012
Salvatore Bonomolo, 47 anni, ritenuto dagli investigatori esponente della famiglia di Palermo centro mandamento di Porta Nuova, è stato arrestato cinque giorni fa a Porlamar nell'isola Margarita (Venezuela). Da aprile gli uomini della Catturandi di Palermo, del Servizio centrale operativo della polizia e dell'Interpol seguivano le sue traccie.
Fondamentali in queste indagini coordinate dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dal sostituto Lia Sava, le intercettazioni telefoniche. Infatti il boss era in stretto contatto con i parenti palermitani che lo aiutavano nella gestione degli affari e della latitanza. Molte le difficoltà per arrivare a scoprire il residence del latitante, come ha ricordato il questore Nicola Zito: «L'operazione non è stata facile perché i parenti lo chiamavano da impianti telefonici pubblici» mentre il procuratore aggiunto Ingroia ha voluto sottolineare: «Mai come in questi casi va ricordato come è davvero importante l'impegno degli investigatori. L'indagine è partita da Palermo per proiettarsi su scenari internazionali e lì grazie al coordinamento con l'Interpol e le polizie locali è stato possibile portare a termine l'operazione. È la dimostrazione che non ci sono paradisi di impunità e quanto sono importanti le intercettazioni, teniamoci stretti questo strumento d'indagine fondamentale. Questo arresto capita in un momento particolare per me, visto che tra qualche settimana andrò in Guatemala». «Nel percorso professionale - ha concluso - bisogna guardare non solo a casa nostra ma anche fuori, alle mafie transnazionali».
Gli investigatori ritengono che Bonomolo,con precedenti per detenzione di armi e spaccio di stupefacenti, durante la sua permanenza in centro America, sia stato portavoce dei boss di Cosa Nostra in terra latina per nuovi affari di droga. La primula rossa, ovviamente, respinge ogni accusa e oltretutto nega la sua vera identità ma ad incastrarlo ci ha pensato la prova delle impronte digitali.
Il boss ricercato dalla giustizia italiana dal 2007 per non aver scontato una condanna a 10 anni e 4 mesi per associazione mafiosa ed estorsione, dal 27 agosto si trova rinchiuso in una cella del carcere di Caracas in attesa della decisione del giudice sull'estradizione.