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dia-webdi Rino Giacalone - 12 luglio 2012
I loro nomi compaiono soprtutto in due indagini: quella sul controllo di alcuni mercati ortofrutticoli della Sicilia orientale e anche del Lazio come quello di Fondi, e ancora nella inchiesta su estorsioni nella quale e' coinvolto Gaetano Riina fratello del piu' famoso Toto' u curtu capo dei capi della mafia corleonese. Appalti, l’ortofrutta, le mediazioni, la riorganizzazione mafiosa. Antonio e Massimo Sfraga,  fratelli di Petrosino, centro agricolo della provincia di Trapani, Comune limitrofo a quello di Marsala,  sono protagonisti di queste inchieste e adesso hanno subito il sequestro da parte della Dia di 7 milioni di euro di beni, come deciso dal Tribunale delle misure di prevenzione.

Si tratta di un altro duro colpo inferto alla mafia trapanese: i fratelli Sfraga sarebbero anelli di collegamento tra Matteo Messina Denaro e i clan camorristici e casalesi, secondo gli inquirenti e gli investigatori antimafia avrebbero pure sostituito il famoso "re dei supermercati" Giuseppe Grigoli all'interno della organizzazione criminale, di quella parte di holding mafiosa che controllata dal super latitante Matteo Messina Denaro si occupa di controllare le filiere commerciali. E quella degli Sfraga e' una grande filiera della ortofrutta, ma non solo. Il Tribunale oltre che decidere il sequestro dei beni, che si avviano così dopo la pronuncia di primo grado verso la definitiva confisca, ha anche applicato la misura di prevenzione della sorveglianza speciale per i fratelli Sfraga, per 4 anni e 2 mesi, periodo durante il quale dovranno anche risiedere nel loro Comune di dimora senza perciò potersi allontanare. Il ruolo criminale messo a disposizione di Cosa nostra dai fratelli Sfraga emerge dall'operazione “Sud Pontino”, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Napoli, nell’ambito della quale gli stessi, nel gennaio del 2012, sono stati condannai, a seguito di “patteggiamento”, a tre anni di reclusione ciascuno, per illecita concorrenza con minaccia o violenza, in concorso: nella veste di referenti del sodalizio mafioso facente capo alle famiglie RIINA e PROVENZANO, per quanto attiene il trasporto di prodotti ortofrutticoli, ed in concorso con altri soggetti, alcuni dei quali appartenenti ad alcuni gruppi camorristici, segnatamente ai casalesi, infatti, imponevano, sia nei mercati di Catania e Gela e della Sicilia Occidentale, sia nei mercati di Fondi, Aversa e Giugliano e, quindi, ai commercianti che ivi operavano, quale ditta che doveva effettuare il trasporto su gomma dei prodotti ortofrutticoli, sulle tratte dalla Sicilia occidentale verso la Campania, il Lazio e altre zone del territorio nazionali, la Paganese Trasporti snc, ovvero altra  da questa  designata. I fratelli Sfraga sarebbero stati garanti di quel patto tra i clan camorristici e quelli legati a cosa nostra, finalizzato ad ottenere il monopolio del trasporto dei prodotti ortofrutticoli, con inevitabili ripercussioni sul libero mercato.I beni confiscati riguardano:
- cinque immobili adibiti ad abitazione, ubicati nei territori di Marsala e Mazara del Vallo;
- cinque appezzamenti di terreno, di cui uno con annesso fabbricato rurale, ubicati nei territori di Marsala e Castelvetrano, in parte coltivati a vigneto, seminativo e frutteto;
- le omonime ditte individuali dei germani SFRAGA Antonio e Massimo, con il  relativo patrimonio aziendale, avente sede in località Strasatti di Marsala (TP), ed operante nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti ortofrutticoli;
- nr.16 tra autocarri ed autovetture;
- diverse quote societarie;
- disponibilità finanziarie  depositate presso vari Istituti di credito.

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