Oggi è stato sentito il pentito Gaetano D'Aquino al procedimento per reato elettorale
di AMDuemila - 25 maggio 2012
Si è tenuta ieri davanti il Gup Marina Rizza l'udienza preliminare del procedimento per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio al presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo e a suo fratello Angelo, parlamentare nazionale del Movimento per le autonomie.
Un'udienza piuttosto breve e rinviata quasi immediatamente al prossimo 28 giugno. Infatti il gup Rizza ha concesso i nuovi termini a difesa agli avvocati degli imputati dopo che la Procura, rappresentata dal procuratore capo Giovanni Salvi, dall'aggiunto Carmelo Zuccaro e dai sostituti Giuseppe Gennaro e Antonino Fanara, ha depositato nuovi atti nel fascicolo del procedimento. Tra questi c'è un verbale del Gico della guardia di finanza che parla di un presunto incontro tra l'imprenditore Riela e il governatore nel 2007 nella segreteria politica di Raffaele Lombardo. L'accusa ha anche depositato informative investigative e riscontri su indizi emersi dalle dichiarazioni dei pentiti Di Gati e D'Acquino sui presunti rapporti tra mafia e imprenditoria. Non sono stati depositati atti di nuovi collaboratori di giustizia. Intanto, sempre a carico dei due politici, oggi si è tenuta una nuova udienza al processo per reato elettorale in corso a Catania. Ad essere ascoltato dai giufici il pentito Gaetano D'Aquino che in aula ha detto: “Raffaele Lombardo sparì dopo le elezioni. Ricordo che in un'occasione si disse che con la scusa delle microspie, era diventato inagganciabile”. Secondo il pentito i Lombardo avrebbero saputo di indagini in corso e per questo, ha sostenuto D'Aquino, la sede del Mpa sarebbe stata spostata in via Pola. “Raffaele Lombardo - ha aggiunto D'Aquino - era sparito con la scusa delle microspie. Non ho mai sentito lamentele nei confronti di Angelo Lombardo, per Raffaele invece si era troppo chiacchierato: era sparito dalla circolazione, era diventato inagganciabile. Voci di cortile nella malavita”. Sull'appoggio del clan Cappello a Raffaele e Angelo Lombardo, D'Aquino ha precisato che “fu indirizzato soltanto verso il Mpa”. “Ricordo che Raffaele Lombardo concorreva per la Regione - ha aggiunto - e si parlava di portare voti ad Angelo e Raffaele Lombardo. L'onorevole Raffaele Lombardo è più riservato, invece Angelo Lombardo si incontrava con chiunque, non aveva il pudore di essere riservato. Scende troppo in basso, ma pur di prendere voti si incontra con tutti”.
Al termine della deposizione in aula il presidente della Regione Siciliana ha subito bollato come “un cumulo di sciocchezze” le dichiarazioni del pentito mentre ieri ha comunque ribadito che darà le proprie dimissioni il prossimo 28 luglio. Infine Lombardo starebbe valutando se scegliere o meno il rito abbreviato al procedimento per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio aggravato.