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di-matteo-catena-bigVIDEO E FOTOGALLERY ALL'INTERNO!
di AMDuemila - 22 maggio 2012

Centinaia di cittadini, tenendosi per mano e formando una catena umana, hanno «circondato», al grido: “siamo tutti partigiani della Costituzione”, questa sera il palazzo di Giustizia di Palermo per esprimere solidarietà e vicinanza ai magistrati alla vigilia dell'anniversario della strage in cui vennero uccisi il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta. Applausi e cori a sostegno della Costituzione e della giustizia hanno accolto l'arrivo dei magistrati Giancarlo Caselli, Antonio Ingroia, Nino Di Matteo, Leonardo Guarnotta, Vittorio Teresi che hanno preso parte alla manifestazione.

“La vostra attenzione e solidarietà è lo stimolo più forte per fare un salto di qualità nella lotta alla mafia. Sono stati fatti molti passi avanti per la repressione dell'ala militare di Costa nostra, ma non è ancora stato rescisso il legame tra mafia e politica, tra mafia e istituzioni” ha detto Nino Di Matteo, presidente dell'Anm Palermo. “C'è tanta gente perbene che guarda al palazzo di Giustizia con sete di verità e questo per noi magistrati rappresenta lo stimolo più forte per crescere e per fare bene il nostro lavoro - ha proseguito Di Matteo - e la cosa più bella è capire che tante gente ritiene utile il nostro lavoro. La vostra attenzione costituisce uno stimolo per noi magistrati”. Ed ha concluso: “Ci sono molti processi che non devono cadere nell'oblio come molti vorrebbero”.
Ad intervenite alla catena umana anche il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia che ha detto: “Sappiamo che l'Italia della paura che si fonda anche sul ricatto e sulle reticenze istituzionali ha impedito che negli ultimi 20 anni la verità sulle stragi venisse a galla. La verità sta venendo fuori non solo per merito dei magistrati di Caltanissetta ma anche grazie all'altra Italia, quella del coraggio, che vuole la verità e giustizia e che non ha paura che la verità venga fuori, anche imbarazzante. Alla fine prevarrà l'Italia del coraggio”. E parlando ancora delle stragi in cui morirono i giudici Falcone e Borsellino, il procuratore aggiunto di Palermo ha sottolineato: “Vent'anni fa c'ero anch'io in questo palazzo di giustizia e ci sono rimasto. Ma devo dire che ci sono stati degli anni dell'oblio e invece questo anniversario, forse anche per il suo significato simbolico, è diverso”. “Ci insegnano che un magistrato onesto è quello che assolve anche se chiede la condanna e viceversa, ed è giusto sia cosi - ha detto Caselli - ma questa è una piazza che rifiuta il compromesso e che i magistrati devono stare a sentire”. Infine ha concluso Guarnotta: “Voi rappresentate la parte sana della società civile. Questa strada che porta da Palermo a Roma è lastricata di buone intenzioni, ma chissà perché nel suo percorso perde promesse e buone intenzioni”. Per Teresi "teresi "La giustizia va esercitata nel nome del popolo italiano quel popolo che voirappresentate. E' nel nome di quello che voi state rappresentando che noi portiamo avanti il nostro lavoro e viene fatto sempre nel vostro interesse".
Alla catena ha partecipato anche Pino Maniaci, direttore di Telejato, la rete televisiva che rischia ormai di scomparire con l'avvento del digitale terrestre. "Noi dobbiamo essere vicini a questi magistrati, saremo noi la loro scorta ogni volta che vengono attaccati". Infine tra il pubblico è arrivato anche il neosindaco Leoluca Orlando. La manifestazione si è poi conclusa con alcune fiaccole che sono state consegnate simbolicamente proprio ai magistrati con il corteo che si è dato appuntamento per l'ultimo spettacolo a piazza Magione.

VIDEO
I cittadini hanno cinto il palazzo di giustizia di Palermo e dopo, in piazza delle Memoria, hanno ascoltato i magistrati parlare. In nome di Falcone



FOTOGALLERY © Danila D'Amico




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