di Aaron Pettinari - 16 maggio 2012
Avevano provato a riorganizzare la Commissione provinciale a Palermo quando, nel 2008, con l'operazione Perseo, del dicembre 2008, gli inquirenti riuscirono a portare alla sbarra oltre novanta tra capimafia e manovalanza. L'impianto accusatorio nei loro confronti ha retto anche in secondo grado.
Poche e lievi, infatti, le riduzioni di pena decise dai giudici della sesta sezione della corte d'appello presieduta da Biagio Insacco, che ha sostanzialmente confermato la decisione del gup. Il processo si svolgeva in abbreviato e riguardava 26 imputati. Ventidue sono stati condannati complessivamente a oltre 150 anni di carcere. Per due - lo storico boss Gerlandi Alberti e Placido Naso- è stato dichiarato il non doversi procedere per morte del reo. Due gli assolti: Filippo Bisconti e Filippo Annatelli. Le pene più alte sono state inflitte ai capomafia Sandro Capizzi (10 anni e 8 mesi) e Giuseppe Scaduto (10 anni), a Salvatore Milano (9 anni e 10 mesi) e a Gioacchino Mineo (9 anni e sei mesi). Stefano Ganci ha avuto 5 anni, mentre 8 anni e 8 mesi sono stati disposti per Salvatore Freschi. A 7 anni e 8 mesi è stato condannato Giovanni Adelfio, a 6 anni e 4 mesi Salvatore Adelfio e Salvatore Bellomonte, a 8 anni e 4 mesi Giuseppe Calvaruso, a 4 anni Santo Dell'Oglio, a 6 anni e 4 mesi Giuseppe Di Cara, a 5 anni e 8 mesi Antonino Freschi, a 4 Francesco Leone, a 6 anni e 4 mesi Massimo Mulè, a 9 anni Giuseppe Perfetto, a 2 Francesco Piscitello, a 5 anni e 8 mesi Onofrio Prestigiacomo, pentito, a cui la corte non ha riconosciuto la speciale attenuante prevista per i collaboratori di giustizia. I giudici hanno poi condannato a 3 anni e 8 mesi Rosario Rizzuto, a 6 anni e 4 mesi Ludovico e Rosario Sansone a 7 anni e 8 mesi Enrico Scalavino.