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guardia-di-finanza-web0I rapporti d’affari tra il clan palermitano e New York
di AMDuemila - 7 maggio 2012
Palermo. I patrimoni di 12 esponenti della famiglia mafiosa di Santa Maria di Gesù sono stati sequestrati a Palermo dalla Guardia di finanza. Si tratta di beni per un totale di 5,3 milioni di euro, comprendenti tra l’altro anche un negozio di telefonia usato per rifornire gli “amici dei boss” di schede telefoniche fittiziamente intestate a stranieri, e alcuni capannoni dove si tenevano summit tra i capi mafia.

Secondo quanto si legge le misure patrimoniali colpiscono soggetti che erano stati arrestati nel 2010 nell’operazione “Paesan Blues” come i fratelli Gianpaolo e Gioacchino Corso, Giovanni Lo Verde, Leonardo Algeri, Andrea Casamento, Umberto Di Cara, Pietro Gandolfo, Francesco Guercio, Salvatore Luisi e Massimiliano Codiglione.  Che ha messo in luce i collegamenti tra i membri della famiglia di Santa Maria di Gesù, un tempo governata da Stefano Bontate (il primo a cadere nella mattanza dei corleonesi nel 1981) e le famiglie americane dei Gambino e dei Colombo. Il forte legame tra la mafia palermitana e quella statunitense era già stato confermato da diverse indagini degli ultimi anni e secondo quest’ultima tali rapporti oltre a non essersi mai interrotti si sarebbero addirittura consolidati. In particolare, secondo gli inquirenti, i rapporti con l’America era intrattenuti nel mandamento soprattutto da Gianpaolo Conso, fratello del più noto Gioacchino (un tempo capofamiglia del mandamento). Il vero trait d’union con le famiglie d’oltreoceano però era rappresentato da Roberto Settineri, un personaggio palermitano ritenuto vicino al clan dei Gambino.
Il sequestro odierno, disposto dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale su richiesta della Procura a conclusione di indagini del Gico, ha riguardato 11 tra società e ditte individuali con sede a Palermo, di cui sette operanti nel campo dell'abbigliamento, due nel settore della ristorazione, una nel settore della telefonia e un'altra nel commercio al dettaglio di tappeti. Sequestrati anche 9 appartamenti, un immobile commerciale e un posto auto a Palermo, nelle zone Cuba-Calatafimi, Villagrazia-Falsomiele, Zisa e Oreto-Stazione, una villa abusiva nella zona Villagrazia-Falsomiele di Palermo, una villa in Campofelice di Roccella, due terreni in contrada Villagrazia di Palermo, 11 auto, anche di lusso tra cui Porsche, Mercedes ed Audi Q7, 5 motociclette Honda e Yamaha e diverse disponibilità bancarie e finanziarie. I beni in alcuni casi erano intestati a congiunti dei mafiosi. L'indagine è scattata incrociando i redditi degli arrestati con il tenore di vita ed i rapporti con la cosca mafiosa. Le entrate non combaciavano con il reale tenore di vita dei delinquenti.

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