E' accusato dai pm di aver ricoperto il ruolo di capo clan dopo i Lo Piccolo
di Aaron Pettinari - 19 aprile 2012
Palermo. La Procura di Palermo ha chiesto la condanna dell'architetto Giuseppe Liga, presunto boss della cosca di San Lorenzo, a 27 anni di reclusione. Liga, sotto processo davanti alla terza sezione del tribunale, è accusato di associazione mafiosa aggravata dall'avere ricoperto il ruolo di capo del clan, di sette episodi di estorsione e fittizia intestazione di beni aggravata dall'aver favorito Cosa nostra.
I magistrati hanno chiesto anche la condanna a 4 anni e mezzo ciascuno per gli imprenditori Amedeo Sorvillo e Agostino Carollo, che rispondono di intestazione fittizia di beni. Secondo gli inquirenti sarebbero stati i prestanome del boss vero proprietario della Euteco s.r.l., ditta della quale risultavano i due formalmente soci. Il processo, istruito dai pm Francesco Del Bene e Annamaria Picozzi, è stato rinviato al 2 maggio per le arringhe dei difensori.
Il processo si era aperto il 22 dicembre 2010. Liga, professionista conosciuto all'interno della Palermo bene, ex reggente regionale del Movimento cristiano lavoratori, è stato arrestato nel marzo 2010 a seguito di un'indagine piuttosto articolata iniziata da quando in alcune intercettazioni inerenti altre inchieste era stato citato un misterioso “architetto”. Una dicitura che era saltata fuori successivamente anche tra le carte che i poliziotti trovarono il giorno dell'arresto dell'allora capomafia di San Lorenzo, Salvatore Lo Piccolo. Tra i tanti nomi e cifre presenti vi era anche questa annotazione: “Architetto Liga 10.000”. Nel settembre del 2008 con l'arresto dell’avvocato Marcello Trapani, legale dei Lo Piccolo, vennero trovati altri riferimenti. Il costruttore Piero Cinà, indicato come un esattore dei Lo Piccolo, nome in codice Alfa, scriveva in un pizzino: “cantiere scalea: continuano a ritardare il saldo, si tratta di 110 mila euro. Ho parlato con Pippo, ma tutto tace”. Pippo, secondo gli inquirenti, sarebbe l’architetto. In un'altra intercettazione il titolare della società di costruzioni e altri interlocutori, fra cui Pippo, discutevano sulla rata del pizzo: mille euro ad appartamento. Successivamente, con il pentimento di Marcello Trapani parla di un cantiere per la costruzione di alcune villette. Dell'architetto avevano parlato anche i boss nel famoso summit intercettato durante l'operazione “Perseo”.
Alle intercettazioni si sono poi aggiunte le dichiarazioni dei pentiti che hanno indicato nell'architetto Liga come l'uomo che comandava a San Lorenzo, ovvero Maurizio Spataro, Isidoro Cracolici, Francesco Franzese, Gaspare Pulizzi, Manuel Pasta e Marcello Trapani.
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