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badalamenti vitodi Lara Borsoi - 30 marzo 2012
Vito Badalamenti è libero, la pena che doveva scontare è stata dichiarata estinta per prescrizione. E' questa la decisione della prima sezione della Corte d'Appello di Palermo che apre ad un clamoroso risvolto con il suo nome che sarà cancellato anche dall'elenco dei latitanti più pericolosi d'Italia.

E' così che Vito Badalamenti torna ad essere un uomo libero. Almeno per quanto riguarda la legge. Perchè lui libero lo è dal 1995. Più che libero, latitante in Australia.
Nato a Cinisi e figlio del Boss Tano Badalamenti nel 1984 è stato arrestato insieme al padre in Spagna con l'accusa di traffico illegale di narcotici, associazione a delinquere di stampo mafioso e riciclaggio di denaro illecito nell'inchiesta denominata Pizza Connection,  un'indagine sul traffico di droga dall'Italia agli Stati Uniti. Al termine del processo dopo 4 anni di reclusione Vito Badalamenti  è stato assolto, mentre il padre è stato condannato ad una pena di 45 anni.
Nel 1995 coinvolto per maxiprocesso-quater,  l'ultimo dei giudici Falcone e Borsellino, con l'accusa di associazione di tipo mafioso è stato quindi condannato a 6 anni.
Da quel momento, per sfuggire all'arresto, si è dato alla latitanza, ma nonostante questo, in contumacia, la pena divenne definitiva il 17 dicembre 1999.

Ora i suoi legali Paolo Gullo e Vito Ganci hanno ottenuto l'annullamento della pena, facendo leva sulla legge n. 157 del Codice Penale. Ovvero, se il condannato non trascorre in cella il doppio degli anni inflitti dal giudice, la condanna non è più valida.. Nel caso specifico sono passati più di dodici anni.  Un assurdo della giustizia italiana che si è appresso solo ora da parte dell'opinione pubblica dopo che la Corte d'Appello ha espresso la propria sentenza ad inizio anno.

L'unica misura ancora attiva - dopo che è caduta anche l'interdizione perpetua dai pubblici servizi - è la sorveglianza speciale, che lo costringerebbe a non allontanarsi da Cinisi, senza il permesso del giudice, a rientrare a casa prima delle 20 e a uscire dopo le 7.

Il primo ad esprime disappunto è stato Giuseppe Lumia, senatore Pd e componente della Commissione parlamentare antimafia: “È insopportabile vedere il figlio del boss Tano Badalamenti tornare in libertà a causa della prescrizione.” “Quel Tano Badalamenti che fece uccidere Peppino Impastato e che per troppi anni è rimasto impunito. Quanti sforzi sono stati fatti dai magistrati e dalle forze dell'ordine per fare giustizia, sforzi oggi andati in fumo». Richiamando poi l'attenzione su un tema molto caldo della nostra giustizia: La prescrizione. “Un fallimento della giustizia italiana. Un problema del nostro Paese che deve essere superato con serietà e rigore. Ci sono diverse soluzioni legislative e amministrative per limitare i danni, dobbiamo trovare il coraggio di adottarle e metterle in pratica”.

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