di AMDuemila - 22 marzo 2012
Con alcuni pizzini dal carcere aveva ordinato l'assassinio del sostituto procuratore della Dda di Catania Pasquale Pacifico, impegnato in indagini sul suo clan, ma gli investigatori hanno sventato l'attentato. Così i carabinieri hanno notificato stamani nel carcere di Udine un'ordinanza di custodia cautelare a Orazio Finocchiaro, 40 anni, esponente delle cosche catanesi, accusato di associazione mafiosa, e che era destinato ad uscire da lì a pochi mesi.
Le indagini sul progetto di attentato sono state avviate alcuni mesi orsono. È stato l'ex collaboratore di Giustizia estromesso dal programma di protezione, inserito nel clan mafioso catanese “Cappello-Carateddi”, Giacomo Cosenza a rivelare di essere stato incaricato da Finocchiaro di uccidere il magistrato etneo, verso il quale il gruppo aveva maturato una forte animosità.
Direttive che gli sono pervenute tramite alcuni “pizzini”, recapitatigli in carcere grazie a un detenuto comune che faceva da “postino”. “Con questo attentato - ha detto il procuratore di Messina Guido Lo Forte - Finocchiaro voleva affermare il suo predominio all'interno del clan”. L'inchiesta, come ha spiegato il procuratore di Catania Giovanni Salvi, “scaturisce dalle indagini dell'operazione Revenge che aveva sgominato il clan Cappello in lotta in quel momento con altri clan per il predominio nella città etnea. Con le sue indagini Pacifico aveva stravolto i loro piani”. “Una perizia sui pizzini sequestrati - ha aggiunto Salvi - ha accertato che si trattava della calligrafia di Finocchiaro”. Nel pizzino in cui ordinava l'attentato Finocchiaro scrive: “fratello spero che riesci a scaricare tutte le pallottole su quel cesso che non deve vivere , brucia poi il biglietto” .