di Lara Borsoi - 4 marzo 2012
Giuseppe Salvatore Riina detto “Salvuccio”, terzogenito del capo di Cosa Nostra Totò Riina, ha ottenuto il trasferimento della sorveglianza speciale a Padova.
Il 34enne già nell’Ottobre dello scorso anno si era visto negare la richiesta di trasferimento, ma dopo aver fatto ricorso, due giorni fa la sua domanda è stata accolta. La polizia gli ha recapitato l’ordinanza a procedere nella casa di Corleone dove vive con la famiglia e la madre. Ora dovrà fare una semplice comunicazione alla Polizia visto avrà l´obbligo di firma nel registro dei sorvegliati speciali.
Il Riina, dopo aver scontato una pena per associazione mafiosa e estorsione al 41bis di Sulmona, a quanto pare è deciso a rifarsi una vita.
Nel padovano lo accoglierà l’Associazione “Famiglie Padovane contro l’Emarginazione e la Droga” e seguirà i corsi della facoltà di Economia.
Ma questo trasferimento ha causato malcontento specialmente tra i leghisti. Primo tra tutti Umberto Bossi che come sempre, ha alzato il tiro: “Un attentato contro il Nord, che il nord dovrebbe punire con la pena di morte per le conseguenze che avrà nella nostra società: rapine, violenze e mafia”. Non si risparmia neppure il vicesindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini: “Riina, spazzatura del Sud”.
Subito è intervenuto il sindaco di Padova, Flavio Zanonato: “Evito di commentare le decisione della magistratura. Credo che le cose verranno fatte in maniera tale da non creare alcun problema”.
E la responsabile dell’Associazione, Tina Ciccarelli: «Accoglieremo Riina, lo metteremo alla prova e non faremo sconti. Se non coglierà questa possibilità, non ci sarà appello».
Il sindaco di Corleone, Nino Iannazzo, invece ha augurato a “Salvuccio”: “Buona fortuna, ci lasci in pace” attirando inevitabilmente l’attenzione del senatore leghista Cagnin: “Dice così perché si è tolto un peso e lo ha lanciato qui da noi”.