di AMDuemila - 1° marzo 2012 - AUDIO
Palermo. Alla prima udienza del processo d’appello all’ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa, il procuratore generale Luigi Patronaggio ha chiesto la riapertura dell’istruttoria dibattimentale. A convincere l'accusa a riaffrontare l'istruttoria sono state le rivelazioni del pentito Stefano Lo Verso. Quest’ultimo ha raccontato ai magistrati che Cuffaro sarebbe stato il “garante” di un accordo con il boss Bernardo Provenzano. Da qui la decisione del pg di riaprire l'istruttoria dibattimentale per sentire il pentito in aula.
Lo Verso ha cominciato a collaborare dopo la sentenza di primo grado che sancì il non doversi procedere per “ne bis in idem” a carico dell'ex presidente della Regione. Allora il giudice Anania ritenne che i fatti contestati all'ex governatore fossero identici a quelli per cui il politico era stato già processato e condannato a 7 anni per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra. Sentenza ormai definitiva e che Cuffaro sta scontando a Rebibbia. Valutazione non condivisa dalla procura che ha fatto ricorso in appello contro il proscioglimento di Cuffaro dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
Il procuratore generale ha chiesto inoltre al presidente della Corte d'Appello l'acquisizione di alcune sentenze passate in giudicato tra cui quella all'ex assessore comunale di Palermo Domenico Miceli condannato per concorso esterno in associazione mafiosa nell'ambito dell'indagine che poi portò all'incriminazione dell'ex governatore e la richiesta di rinvio a giudizio per l'ex ministro Saverio Romano, anche lui indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Il processo, che si svolge davanti alla sesta sezione della corte d'appello presieduta da Biagio Insacco, è stato rinviato al 3 aprile.
AUDIO Il pentito Lo Verso depone in aula