Avviso di garanzia anche al consigliere comunale Pietro Di Trapani
di Aaron Pettinari - 22 novembre 2011
Erano le prime luci dell'alba questa mattina a Partinico quando i carabinieri del Gruppo di Monreale sono entrati in azione arrestando quattro persone appartenenti al mandamento mafioso di Partinico, importante crocevia tra le province di Palermo e Trapani, negli ultimi anni al centro di una vera e propria faida tra famiglie mafiose rivali.
L'operazione è stata coordinata dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dai pm Framcesco Del Bene e Dario Scaletta. In carcere sono finiti Santino Lo Biundo di 24 anni, Giovanni e Pietro Serra, rispettivamente di 27 e 21 anni, mentre Giovanni Vitale, figlio del capomafia Vito Vitale, ha ricevuto il provvedimento in carcere dove sta scontando già una pena per mafia. Le indagini, durate circa un mese, scaturiscono dalla precedente inchiesta, denominata "The end", che alla fine dello scorso anno ha consentito di arrestare 23 persone. In particolare era stata documentata l'ascesa al potere dei fratelli Leonardo e Giovanni Vitale avvicendatisi alla guida del mandamento mafioso di Partinico tra la fine del 2008 e la fine del 2010.
Le nuove indagini, hanno preso origine proprio dalla situazione di fibrillazione del territorio, causata della recrudescenza degli episodi di incendio doloso verificatisi dal settembre al novembre 2010. Erano stati i carabinieri a registrare “in presa diretta l’evoluzione delle dinamiche interne del mandamento di Partinico, con l’affermazione della leadership di Giovanni Vitale che, avvalendosi del contributo dei fratelli Giovanni e Piero Serra, e di Santino Lo Biundo, costituenti il gruppo operativo, ha intrapreso una strategia di rafforzamento della funzione di controllo del territorio mediante l’imposizione del 'pizzo', non esitando ad usare la violenza, come nel caso dell’incendio ai danni dell’imprenditore Giuseppe Amato, sino a quel momento vicino all’organizzazione mafiosa”.
"L'egemonia della famiglia Vitale nel mandamento di Partinico - scrivono i magistrati nel loro provvedimento - si è protratta senza soluzione di continuità, non essendo stata indebolita neanche con l'arresto, nel febbraio 2010, di Leonardo Vitale, in quanto immediatamente rimpiazzato nella sua posizione apicale dal fratello Giovanni, scarcerato nel marzo 2010".
Dalle indagini è emerso in particolare il ruolo di Giovanni Serra, militare della marina Militare. Quando fu scarcerato il giovane boss, Serra chiese ai suoi superiori di andare qualche giorno in malattia. Nel suo certificato era scritto: "Riferisce dolori durante la stazione eretta e la deambulazione". Ma gli inquirenti hanno scoperto che si trattava di una messinscena, in quanto doveva fare da autista-factotum a Giovanni Vitale.
I carabinieri, inoltre, hanno eseguito una perquisizione e notificato un avvio di garanzia per concorso esterno in associazione mafiosa nei confronti di Pietro Di Trapani, consigliere comunale di Partinico, eletto nel 2008 con il Pdl.
Al politico infatti la procura imputa l'avere avuto rapporti con la cosca: Di Trapani dovrà spiegare ai magistrati le sue frequentazioni con Vitale emerse da intercettazioni e pedinamenti. “Di Trapani era a disposizione per le richieste più banali - spiegano gli inquirenti - faceva singoli favori ad esponenti mafiosi”. Non solo. Di Trapani, sempre secondo l'accusa, sarebbe anche intervenuto, è ancora al vaglio a che titolo, ad una gara d'appalto per la realizzazione di un complesso immobiliare.