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antinoro-antonello-webdi Aaron Pettinari - 12 novembre 2011
La pena a otto anni di carcere è stata chiesta ieri, al termine della requisitora, dai pm della Dda di Palermo Gaetano Paci e Lia Sava, per l'eurodeputato del Pid Antonello Antinoro, accusato di voto di scambio.Secondo l'accusa il politico nel 2008 avrebbe pagato la somma di 3.000 euro in cambio di un pacchetto di 60 voti.

La pubblica accusa ha sottolineato come lo stesso Antinoro ha ammesso di avere consegnato una busta contenente denaro ad alcuni clienti di un suo amico medico, il dottor Domenico Galati, per quelli che ha definito «servizi di attacchinaggio e volantinaggio»
Sono due i pentiti che accusano l'europarlamentare ed ex assessore regionale siciliano: Manuel Pasta e Michele Visita.
Il primo ha riferito dei tremila euro che l'Assessore regionale dell'Udc avrebbe pagato ai boss Agostino Pizzuto ed Antonino Caruso in cambio di un pacchetto di voti alle regionali del 2008. I soldi, contenuti in due buste, sarebbero stati consegnati in due tornate ed erano destinati al sostentamento delle famiglie dei detenuti, in particolare di quella di Antonino Genova, il nipote del boss di San Lorenzo che, in cambio, avrebbe garantito i voti della sua "famiglia".
Visita ha addirittura detto ai pm di essere stato presente allo studio medico del dottore Domenico Galati, medico curante del Pizzuto, dove sarebbe avvenuto lo “scambio”.
“Ho partecipato a riunioni a scopo elettorale di fronte casa di Agostino Pizzuto, da un dottore del quale non ricordo il nome, dove è venuto l'Antinoro. Erano presenti Troia figlio e padre, Pizzuto, Caruso e il dottore di cui sopra. La prima volta si discusse del fatto che noi della famiglia di Pallavicino avremmo dato voti in cambio di 5 mila euro. Ricordo che Troia e Pizzuto parlavano con il dottore e Antinoro aderì alla richiesta», ha raccontato Visita che ha poi detto di avere assistito al passaggio di denaro tra Antinoro e i boss: «Il denaro venne dato in contanti e poi fu consegnato alla moglie di Genova. Questi soldi erano dati in cambio dei voti che noi, effettivamente, gli abbiamo fatto avere per le elezioni del 2008”.
Inoltre vi sono diverse intercettazioni che hanno messo in risalto tutto l'impegno dei boss per mantenere fede alla parola data.
Tra queste intercettazioni vi è anche una discussione su una busta di nomi per alcune assunzioni da consegnare a Nino Dina ma l'incontro, a detta degli stessi mafiosi, non avvenne.
Antinoro da parte sua ha sempre respinto le accuse. L'udienza è stata rinviata al prossimo 2 dicembre per l'inizio delle arringhe difensive del legale di Antinoro, Massimo Motisi. La sentenza dovrebbe essere emessa probabilmente lo stesso giorno.

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