Gli imprenditori sono ritenuti vicini al boss Provenzano
di AMDuemila - 20 ottobre 2011
Palermo. La sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo ha confiscato ieri il patrimonio dei fratelli Salvatore Vito, Gaetano e Vincenzo Cavallotti, imprenditori di Belmonte Mezzagno, processati e assolti, dopo alterne vicende giudiziarie, perchè ritenuti vicini al boss Bernardo Provenzano.
I Cavallotti erano stati arrestati nel 1998, nell'ambito dell'operazione Grande oriente, ed assolti nel 2001. Successivamente, la Corte d'appello aveva ribaltato la decisione e condannato i Cavallotti a pene comprese fra quattro anni e quattro anni e due mesi. La Cassazione aveva poi annullato la sentenza con rinvio, ordinando un nuovo processo.
Quindi sono stati assolti nel dicembre 2010 dall'accusa di concorso in associazione mafiosa.
L'accusa contro di loro era basata anche sulla lettura dei 'pizzini' del boss Bernardo Provenzano, consegnati dal confidente Luigi Ilardo, e sosteneva che i Cavallotti fossero stati complici dei boss e che avessero ottenuto appalti e commesse grazie al loro essere titolari di un'impresa di mafia. Il giudice che li scagionò in primo grado invece accolse la tesi difensiva secondo la quale i tre fratelli sarebbero stati citati nei pizzini di Provenzano perchè vittime del racket. Mentre nella seconda assoluzione in appello si sostenne che nei biglietti di Provenzano si parlava genericamente dei Cavallotti e non era stato possibile accertare le responsabilità individuali.