di Aaron Pettinari – 17 ottobre 2011
Con l'accusa di avere organizzato un traffico illecito di rifiuti e di avere gestito una discarica non autorizzata, con l'aggravante di avere favorito la mafia, i carabinieri del Nucleo operativo ecologico hanno notificato all'alba di oggi tre ordini di custodia cautelare, uno dei quali in carcere al presunto boss mafioso Giuseppe Liga, l'architetto già detenuto con l'accusa di essere il reggente del mandamento di San Lorenzo a Palermo.
Gli altri due indagati sono Amedeo Sorvillo e Agostino Carollo, formalmente cointestatari della ditta Eu.Te.Co. dagli inquirenti ritenuta di proprietà dello stesso capomafia. Secondo quanto emerso dall'inchiesta, denominata “Dangerous hole”, coordinata dalla Dda di Palermo, grazie anche ad intercettazioni ambientali.
I responsabili della società, che nel corso degli ultimi anni si è aggiudicata numerosi appalti per la manutenzione degli impianti e delle linee elettriche pubbliche nella provincia di Palermo, avrebbero creato un “gravissimo pregiudizio all'assetto del territorio e dell'ambiente” con una serie di reati ambientali. In particolare i rifiuti speciali, sia pericolosi che non pericolosi, come terre e rocce da scavo, materiali plastici da imballaggi, batterie al piombo esauste, oli minerali esausti, filtri intrisi di oli minerali e fibre polimeriche, sarebbero stati interrati in due terreni ad una profondità tra i 7 e i 10 metri.
L'impresa, dal 22 marzo 2010, è stata sottoposta a sequestro preventivo da parte della Direzione distrettuale antimafia, nell'ambito dell'operazione che ha portato all'arresto dell'Architetto. Poi, nel maggio dello stesso anno, i carabinieri del Noe rinvenirono una grossa discarica abusiva all'interno del cantiere della ditta Eu.Te.Co. srl nella borgata palermitana di Partanna Mondello.
Una scoperta possibile grazie all'attività svolta su delega del procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dei sostituti Annamaria Picozzi e Francesco Del Bene.
In particolare a dare impulso all'indagine sarebbe stata un'intercettazione di una conversazione tra l'architetto Liga, Corallo e Sorvillo in data 10 giugno 2009 in cui i tre affrontano proprio l'argomento dello smaltimento di rifuti speciali.
LIGA: Allora, l’altro camion si può demolire, pure? Tutti si possono demolire?
CAROLLO: Oh….c’è questo discorso di Emanuele che parlava di questo camion di Alcamo…ora…
LIGA: No, dico…ti sto parlando della demolizione…
CAROLLO: Si, anzi si…dobbiamo levare queste cose per terra perché se no …praticamente se passa l’elicottero ci fa neri, anzi mi fa nero.
LIGA: Li stanno caricando…
CAROLLO: No,questo lo dovremmo interrare veramente, perché (inc.)…
LIGA: Ah, eee….tu parli per….per i copertoni?
CAROLLO: Esattamente, rifiuti speciali che costano un sacco di soldi. Questo lo spillo lo metti nella busta e questa te la tieni tu, chissà ti serve …
… omissis ...
LIGA: …una cortesia, chiama a Pippo ferramenta…
SORVILLO: Pippo, si, ora lo chiamo.
LIGA: …gli dici che la documentazione che ha chiesto è pronta….
CAROLLO: Allora Pippo!
LIGA: …lui la voleva entro mezzogiorno, già sono le quattro e mezza di pomeriggio…
… omissis ...
e poi ancora:
LIGA: ma che sta facendo nello scavatore…
SORVILLO: devono fare lo scavo...
CAROLLO: gliel'ho detto!
SORVILLO: …dobbiamo coprire tutto quel…
CAROLLO: allora, smaltire quei rifiuti speciali costa un mucchio di soldi che non abbiamo
SORVILLO: vogliamo fare uno scavo e metterci tutte cose là dentro e ....metterci...
LIGA: E poi ci…
SORVILLO: …e i copertoni pure e poi farci passare...quando...qualche giorno che...viene la macchina della...
LIGA: …Calcestruzzi!
SORVILLO: …Calcestruzzi facciamo (inc) così copriamo tutto…
CAROLLO: Si il problema è che c'è lo scavo aperto dobbiamo stare attenti...
SORVILLO: Eh?
CAROLLO: …dobbiamo stare attenti ora che c'è lo scavo aperto
SORVILLO: È nell'angolo, è nell'angolo là, tra la tettoia...
LIGA: scavo aperto ma non c'è niente là dentro
SORVILLO: eh
LIGA: Il danno quando tu glieli butti se non lo copri subito, finché è vuoto, gli puoi dire che stai facendo...preparando per le fosse “Imof” tanto che ne sanno (inc.)
SORVILLO: uh
LIGA: O no!
CAROLLO: Ma il mio problema era se passa l'elicottero, dobbiamo fare al più presto Duccio, se parra l'eli...
LIGA: Sono 10 anni che...
SORVILLO: Guarda è una fortuna che l'elicottero è da una settimana che non vedo passare...
LIGA: Si ma dico è da 10 anni che sono lì ti stai preoccupando adesso
CAROLLO: Perché erano vecchi contenitori in metallo
LIGA: Allora è da 10 anni che... che sono messi lì...
… omissis ...
In merito a ciò, vi sono anche delle riprese video, sempre del giugno 2009 di una macchina scavatrice nell'atto di aprire un buca per interrarvi dei sacchi neri, sotto la supervisione del Liga.
Il nucleo operativo ecologico dei carabinieri aveva poi sequestrato l'area in cui erano stati sotterrati i rifiuti trovandone di vario tipo, dai detriti ai materiali plastici da imballaggi fino alle batterie al piombo ed oli minerali esausti. Secondo quanto riportato dalle verifiche i rifiuti sono stati interrati in un terrapieno, la cui realizzazione ha determinato anche un cambiamento morfologico del sito sopraelevandolo rispetto al piano di campagna, e che era stato ricoperto con circa 30 cm. di cemento.
“Grazie a questa indagine abbiamo individuato la prima impresa ecomafiosa del sistema criminale di Cosa nostra a Palermo” ha commentato li procuratore aggiunto del capoluogo siciliano Antonio Ingroia - Per Palermo è una novità perchè è la prima operazione sulle ecomafia della Dda l'indagine conferma che tutte le mafie, non soltanto la camorra e la 'ndrangheta, ma anche Cosa nostra, sono impegnate sul fronte dell'ecomafia”. Per Ingroia l'indagine rappresenta solo “la punta di un icerberg”. Per il pm palermitano la Eu.Te.Co, “non è un'impresa qualsiasi ma è riferita all'architetto Liga che, in una certa fase, è stato ai vertici massimi dell'organizzazione mafiosa”.
Alla domanda su quale fosse il ruolo di Cosa nostra nel traffico illecito scoperto dai carabinieri a Palermo, Ingroia replica: “Non c'è un ruolo specifico della mafia. Ci troviamo di fronte al caso di un'impresa mafiosa, cioè riferibile a Cosa nostra che utilizza anche il sistema dell'ecomafia. Non è un affare dell'organizzazione mafiosa nel suo complesso ma l'affare di un'articolazione economica dell'organizzazione. In questa operazione -ha proseguito- non c'è soltanto un'impresa mafiosa che non paga quello che dovrebbe utilizzando la scorciatoia per lo smaltimento dei rifiuti, c'è un grave danno ambientale e non solo. Questa impresa si era prestata anche di fare lo smaltimento dei rifiuti dell'Enel, quindi ha intascato dei soldi per avere in subappalto l'attività di smaltimento. Ecco perchè è un'impresa ecomafiosa. Non solo risparmiava con questi sistemi ma guadagnava presentandosi come soggetto economico che smaltiva i rifiuti.
Il magistrato ha ribadito infine che “senza le intercettazioni l'indagine non sarebbe stata possibile”. “Speriamo - ha concluso - che questo strumento resti com'è”.