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Il collaboratore di giustizia: “Brusca ha scontato la sua pena. Oggi governo disincentiva collaborazione

Ospite della nuova puntata di Pulp Podcast è il collaboratore di giustizia Gaspare Mutolo. Al tavolo di Fedez Mister Marra si è seduto l’ex braccio destro di Totò Riina, nonché uno dei pentiti più autorevoli e importanti della storia di Cosa nostra. Accanto a loro, anche il giornalista Tommaso Ricciardelli, che ha arricchito la conversazione con approfondimenti e alcune ricostruzioni processuali.
La conversazione si è aperta con una ricostruzione del profilo del passato criminale di Mutolo, il giuramento di fedeltà e il numero di omicidi commessi. E poi ancora: l’incontro con Totò Riina e del progetto di quest’ultimo di eliminare i vecchi boss per sostituirli con nuovi affiliati più fedeli.
Durante l’intervista il tema si è spostato poi sul rapporto tra mafia e politica e quindi il mancato sequestro di Silvio Berlusconi, la figura di Vittorio Mangano e la sentenza di condanna di Marcello Dell’Utri. “I più importanti personaggi mafiosi sono spesso industriali, nobili, aristocratici e anche politici, questo accade da sempre”, ha spiegato Mutolo. E ha aggiunto: “Per comprendere a fondo queste tematiche, si dovrebbe leggere il giornale ANTIMAFIADuemila, rivista online che non riceve finanziamenti dallo stato e per questo motivo può scrivere liberamente la verità”.
Nel podcast si è parlato anche della massoneria e del ruolo di quest’ultima dietro la latitanza del boss Matteo Messina Denaro. L’intervista ha toccato anche temi di stretta attualità, come la recente scarcerazione di Giovanni Brusca. Dopo aver ricordato i numerosi crimini a lui attribuiti, la conclusione condivisa da tutti i presenti è stata chiara: “Per quanto possa non piacere, Brusca ha scontato totalmente i 25 anni di detenzione a cui era stato condannato, pertanto, è la legge a concedergli di tornare ad essere un uomo libero”.
Non sono mancate critiche all’attuale gestione legislativa in tema di giustizia: “I collaboratori sono messi in difficoltà dalle nuove leggi di questo governo, che non incentivano la collaborazione”, ha dichiarato Mutolo. “E, come se non bastasse, ci sono associazioni cosiddette ‘antimafia’ che, per contrastare ciò che dice Salvatore Borsellino, si permettono di contestare le leggi concepite da Falcone”, ha concluso. 

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