Vincenzo Giambruno, legale del boss Antonino Madonia, indagato per l'omicidio di Piersanti Mattarella, ucciso il 6 gennaio 1980, ha chiesto un incidente probatorio per i nuovi accertamenti nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Palermo.
Attendendo la decisone del gip in tal senso la Procura in data odierna avrebbe dovuto conferire l'incarico ai periti per una comparazione biologica sul reperto. I magistrati hanno disposto accertamenti tecnici con le nuove tecnologie disponibili per estrarre il Dna su una impronta ritrovata 45 anni fa nello sportello lato guidatore della Fiat 127 utilizzata dai killer per la fuga dopo avere assassinato l'allora presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella, fratello dell'attuale Capo dello Stato. Subito dopo il delitto l'impronta fu isolata, ma fu considerata inutilizzabile per potere svelare l'identità di chi l'aveva lasciata sulla carrozzeria. Il vetrino potrebbe avere catturato delle tracce biologiche comparabili con il Dna degli indagati Antonio Madonia e Giuseppe Lucchese, i killer mafiosi che secondo la Procura guidata da Maurizio de Lucia avrebbero sparato a Mattarella.
Foto © Archivio Letizia Battaglia
ARTICOLI CORRELATI
Omicidio Mattarella: procura di Palermo indaga su un'impronta sull’auto dei killer
Report: destra eversiva nella strage di Capaci e nel delitto di Piersanti Mattarella
Bevilacqua: ''Perché la Rai non ha trasmesso il docufilm di Piersanti Mattarella?''
Palermo, ''Magma. Mattarella, il delitto perfetto'': il 'Moro Bis' proiettato al Rouge et Noir