Il co-fondatore di Forza Italia è imputato insieme alla moglie di trasferimento fraudolento di valori. L’udienza è stata rinviata al 25 marzo
E’ iniziata oggi, davanti al giudice del Tribunale di Firenze, Anna Liguori, l'udienza preliminare per esaminare la richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla Procura di Firenze nei confronti del co-fondatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri e della moglie Miranda Ratti per non aver dichiarato ai fini fiscali un ammontare complessivo di 42.679.200 euro come variazione del reddito, così violando la legge Rognoni-La Torre sulle misure antimafia. L’udienza è stata aggiornata al 25 marzo prossimo perché gli avvocati difensori Francesco Centonze e Filippo Dinacci hanno sollevato un'eccezione di incompetenza territoriale sulla quale il gip si è riservato di decidere. "Il procedimento a carico di Marcello Dell'Utri dovrebbe svolgersi a Milano, il luogo di residenza del nostro assistito e dove sarebbero state commesse le condotte contestate dalla procura. Questo procedimento è radicato a Firenze solo per la contestazione di aggravante delle stragi”, affermano gli avvocati Centonze e Dinacci. La procura fiorentina ha chiesto, appunto, il processo poiché l’ex senatore non avrebbe rispettato la legge Rognoni - La Torre che impone ai condannati in via definitiva per fatti di mafia di dichiarare ogni incremento o diminuzione del patrimonio personale. Dell’Utri è imputato di violazione della normativa antimafia e di trasferimento fraudolento di valori. L'indagine è arrivata a conclusione alla fine del 2023, nell'ambito dell'inchiesta sui presunti mandanti esterni delle stragi mafiose del 1993 a Roma, Milano e Firenze, dove l'ex senatore di Forza Italia è stato indagato con Silvio Berlusconi. Nel marzo 2024 la Dda aveva ottenuto dal gip del Tribunale di Firenze, Antonella Zatini, il sequestro preventivo di 10,8 milioni di euro individuati nei flussi nei conti correnti di Dell’Utri e di sua moglie. L'inchiesta era stata portata avanti dai procuratori aggiunti Luca Turco (in pensione dallo scorso dicembre) e da Luca Tescaroli (ora Procuratore Capo di Prato). Nell'atto di chiusura delle indagini sul flusso di denaro che per anni è intercorso tra l'ex presidente del Consiglio e il suo storico braccio destro, frutto secondo la ricostruzione proprio di un debito di riconoscenza per il silenzio mantenuto dall'ex senatore di Forza Italia di fronte agli inquirenti. L'udienza preliminare era già stata rinviata dal 17 dicembre a oggi per impedimento dei difensori. La procura contesta a Dell'Utri di aver violato la normativa antimafia per non aver comunicato le variazioni patrimoniali nonostante la condanna definitiva per concorso in associazione mafiosa "con l'aggravante di aver agito al fine di occultare la più grave condotta di concorso nelle stragi ascrivibile a Silvio Berlusconi" e a se stesso. Le elargizioni contestate, secondo la procura diretta da Filippo Spiezia, costituirebbero "il quantum percepito da Dell'Utri per assicurare l'impunità a Silvio Berlusconi".
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