L’organizzazione gestivaun'impresa nel settore dello smaltimento dei rifiuti. Arrestato anche il presidente dell'Ordine dei commercialisti di Catania

Una vasta operazione antimafia della polizia di Stato è in corso contro esponenti delle cosche di Barcellona Pozzo di Gotto, nel messinese. Circa 150 agenti provenienti da tutta la Sicilia e anche dalla Calabria hanno eseguito 15 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Messina, su richiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, peculato, trasferimento fraudolento di valori, violazione della pubblica custodia di cose e sottrazione di cose sottoposte a sequestro. I dettagli dell'operazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa  alla presenza del Procuratore della Repubblica Antonio D'Amato, del direttore del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine Vincenzo Nicolì e del questore di Messina Annino Gargano. Dall’inchiesta è emerso che l’organizzazione di matrice mafiosa gestiva illecitamente un'impresa, con sede a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), nel settore dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani, smaltimento di rifiuti speciali e demolizione dei veicoli. L'impresa era già destinataria di diversi provvedimenti giudiziari di sequestro e confisca, divenuti definitivi, dopo procedimenti penali e di misure di prevenzione e nonostante fosse sotto amministrazione giudiziaria veniva ancora gestita da Domenico Ofria capo mafia barcellonese. Ciò sarebbe stato possibile grazie ai comportamenti del presidente dell'Ordine dei commercialisti di Catania, Salvatore Virgillito (anche lui arrestato), completamente asservito al potere mafioso del clan dice l'accusa. Ofria si sarebbe sentito male dopo la notifica dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere ed è stato trasferito in ospedale in ambulanza per accertamenti.




Gli arrestati

Le persone arrestate stamani dalla polizia a Barcellona Pozzo di Gotto e Milazzo a vario titolo per i reati di concorso esterno in associazione di tipo mafioso, estorsione, peculato, trasferimento fraudolento di valori, sono Giuseppe Accetta 40 anni, Luisella Alesci, di 54, Salvatore Crinó , di 57, Natale Antonino De Pasquale, di 44, Tiziana Francesca Foti, di 52, Angelo Munafò, di 44, Antonio Ofria, di 20, Carmelo Ofria di 34, Chiara Ofria, di 23, Domenico Ofria, di 54, Giuseppe Ofria, di 30, Salvatore Ofria, di 60, Fabio Andrea Salvo, di 52, Paolo Salvo, di 53, Salvatore Virgillito, di 59. Quest’ultimo, in particolare, secondo l'accusa, avrebbe "demandato" alla famiglia Ofria "l'attività di gestione di un'impresa confiscata alla mafia" di cui "era amministratore giudiziario", e quindi ricoprendo il ruolo di pubblico ufficiale, "agevolando la vendita in nero di pezzi di ricambio di autovetture e la sottrazione di denaro dalle casse della società".

Antoci: “Ringrazio la Dda, mai abbassare la guardia contro la mafia”

"Mai abbassare la guardia contro la criminalità organizzata. Per questa ragione ringrazio la DDA di Messina con a capo il Procuratore D'Amato e la Polizia di Stato per il maxiblitz in corso da stamane che ha sgominato la cosca locale di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina. La cooperazione con le squadre mobili di altri cinque capoluoghi di provincia e' stata essenziale per eseguire gli arresti e assicurare alla giustizia gli indagati che dovranno difendersi da gravi accuse, fra le quali quella di associazione mafiosa. Dall'Europa arriva tutto il sostegno a chi ogni giorno combatte questi fenomeni deprecabili per la nostra società e come Movimento 5 Stelle lavoriamo affinché la difesa della legalità diventi una stella polare per restituire dignità ai nostri cittadini e assicurare benessere e sviluppo ai nostri territori". Così in una nota Giuseppe Antoci, europarlamentare del Movimento 5 Stelle.
  

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos