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Il collaboratore di giustizia che parlò con Paolo Borsellino avverte: “I boss scarcerati sono persone molto pericolose”

Cosa nostra ha sempre avuto a disposizione killer spietati ed esperti, non si è mai rivolta all’esterno per commettere un omicidio eccellente”. A dirlo ai microfoni di Repubblica è Gaspare Mutolo, con riferimento a uno dei tanti omicidi eccellenti: quello di Piersanti Mattarella, Presidente della Regione Siciliana tra il 1978 e il 1980. Mutolo è uno dei collaboratori di giustizia più noti. Ex autista di Totò Riina, dal luglio 1992 ha fornito un ampio repertorio di testimonianze che hanno contribuito a delineare in modo significativo gli intrecci tra mafia e politica, oltre alla strategia complessiva di Cosa nostra. Tra le vicende più rilevanti raccontate da Mutolo durante la sua collaborazione vi è anche quella dell’omicidio Mattarella. “Lo dissi dopo la strage di via D’Amelio che il killer di Piersanti Mattarella era il mafioso Antonino Madonia”. Mutolo ha infatti precisato di aver sempre saputo chi fosse il vero killer di Mattarella. Tuttavia, al momento della sua collaborazione con il giudice Paolo Borsellino, non ebbe modo di riferire queste informazioni, poiché “in quel momento avevo l’urgenza di riferirgli degli infedeli all’interno delle istituzioni”. Dopo la strage di via D’Amelio, Mutolo decise di rivelare il nome di Madonia ai magistrati, indicando che una foto del mafioso avrebbe mostrato una straordinaria somiglianza con quella di Valerio Fioravanti, detto Giusva, il terrorista neofascista inizialmente accusato dell’omicidio. Nonostante queste indicazioni, la procura di Palermo continuò a seguire la pista suggerita da Giovanni Falcone, portando a processo Fioravanti e un altro estremista di destra, Gilberto Cavallini. Entrambi furono assolti in tutti i gradi di giudizio, dimostrando l’erroneità dell’indagine.
Tornando oggi sulla questione, Mutolo ha ribadito che i cosiddetti “uomini d’onore”, spietati e ben addestrati, hanno sempre rappresentato il cuore operativo della mafia. Partendo da questo dato, Mutolo, già nel ‘92, aveva indicato Vito Ciancimino, ex sindaco di Palermo, come il mandante morale dell’omicidio Mattarella. “Lui era infastidito dal vento di cambiamento che voleva portare il presidente Mattarella nella politica e, soprattutto, nella gestione degli appalti. Bastava che Ciancimino dicesse una parola, e i suoi amici Riina e Provenzano lo esaudivano”. Oggi, a seguito delle indagini riaperte sei anni fa, è stato identificato l’assassino di Piersanti Mattarella: si tratta, infatti, del boss Antonino Madonia, che ha eseguito l’omicidio su ordine della Cupola di Cosa nostra per fermare il governatore siciliano, il quale voleva smantellare i legami tra mafia, politica e imprenditoria. Insieme a Madonia, è stato coinvolto anche Giuseppe Lucchese, affiliato ai Corleonesi, che ha guidato l’auto utilizzata per la fuga.


Il monito di Gaspare Mutolo

Mutolo, oggi affermato artista e pittore di quadri straordinari, durante la sua intervista con Repubblica ha lanciato un monito sul presente: “Leggo di boss scarcerati e anche in permesso premio. Si tratta di gente pericolosa. In libertà, c’è gente di grande autorevolezza mafiosa. Uno su tutti, Franco Bonura. È stato un costruttore, ma anche un capomafia che ha partecipato ad omicidi, eppure l’ha sempre fatta franca”. Mutolo racconta di un giovane scippatore, un tale Cacioppo, che nel 1976 fu strangolato in un deposito di Bonura, “fra l’Uditore e Passo di Rigano, dove c’era una fabbrica di stracci”. E aggiunge: “Quel giorno, oltre a Bonura, c’erano anche altri autorevoli mafiosi, come Rosario Riccobono e Giovanni Bontate, che scrisse un cartello da far ritrovare assieme al cadavere, in un’auto: ‘Io sono quello che ha tagliato la faccia alla turista. Questo serva di monito ai vermi che come me gettano fango alla Sicilia’”. “Certi personaggi che arrivano dal passato di Palermo - ha concluso Mutolo - sono ancora pericolosi. Lo vorrei dire ai ragazzi rinchiusi nel carcere del Malaspina, loro pensano che i boss siano dei modelli”.

Foto © Paolo Bassani

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