Il legale Fabio Repici: la procura di Caltanissetta archivi il procedimento
Il gip di Caltanissetta Santi Bologna ha respinto - per la seconda volta - l’istanza dell’avvocato Ugo Colonna, difensore dell'ex collaboratore di giustizia Maurizio Avola ed ex killer del clan mafioso dei Santapaola di Catania.
La notizia è stata riportata dal 'Fatto Quotidiano' che, nello specifico, ha indicato l’oggetto della nuova richiesta: la possibile compatibilità tra alcuni detonatori trasportati da Avola e quelli usati nella strage di via d’Amelio.
Il gip ha ricordato che quei congegni “non esistono (più) in natura“. E inoltre “l’accertamento richiesto si rivelerebbe – in caso di esito positivo – un riscontro assai generico di mera compatibilità astratta di taluno dei detonatori sequestrati nel novembre del 1992 (con quelli adoperati per la strage del 19 luglio 1992) il cui valore sarebbe, peraltro, ulteriormente depotenziato anche alla luce della molteplicità di detonatori elettrici esistenti già all’epoca”.
La prima richiesta era stata respinta a settembre scorso mentre la seconda era stata avanzata il 6 ottobre, sempre da parte del legale Colonna. Quest'ultimo, riporta il quotidiano, non si era detto soddisfatto dell’ordinanza di rigetto del gip. Ma il giudice, con un provvedimento depositato il 5 novembre, ha nuovamente cassato le richieste del legale definendole “inammissibili trattandosi della riproposizione di istanza già rigettata”.
L'avvocato Fabio Repici, che rappresenta Salvatore Borsellino, ha chiesto alla procura nissena, dato l'esito, di concludere la "fase delle indagini preliminari del presente procedimento, nell’unico modo che assicuri rispetto alla realtà dei fatti e alla dignità della giurisdizione, cioè la richiesta di archiviazione“. Secondo il legale “la definizione del presente procedimento, nato dalle menzogne riferite a verbale da Avola, consentirebbe l’esercizio dell’azione penale non troppo tardivo (per non renderlo inesorabilmente destinato all’estinzione del reato per prescrizione) nel procedimento per calunnia a carico dello stesso Avola e del sul difensore”. Ricordiamo che Avola aveva sostenuto nel 2021 di aver partecipato alla strage di via d'Amelio del 19 luglio 1992: "Io posso dire che c'ero e sono uno degli esecutori materiali della strage di via d'Amelio. E sono l'ultima persona che ha visto lo sguardo di Paolo Borsellino prima di dare il segnale per l'esplosione", disse Avola il 29 aprile 2021 nello speciale “Mafia - La ricerca della verità” realizzato dal TgLa7 e da La7 condotto da Enrico Mentana, con Andrea Purgatori e il ritorno in tv dello stesso Michele Santoro.
Le ricostruzioni dell'ex killer non sono state ritenute credibili dal procuratore capo di Caltanissetta Salvatore de Luca e dall’aggiunto Pasquale Pacifico.
Per i pm è “assai probabile” che le dichiarazioni di Avola “oltre a essere certamente non veritiere, possano essere state eterodirette da parte di soggetti, non identificati sulla scorta delle indagini in corso, interessati a porre in essere l’ennesimo depistaggio”. Mentre è intercettato Avola parla “di somme di denaro nell’ordine di complessivi 13.000 euro circa che lo stesso riferisce essere i proventi della pubblicazione del libro” ma “Avola è totalmente smentito in quanto Santoro gli ha versato somme di gran lunga inferiori quali contributo volontario (tra i mille e i millecinquecento euro)”.
Inoltre un documento della procura smentisce nettamente la presenza di Avola in via d'Amelio il 19 luglio poiché il giorno prima l'ex pentito si trovava a Catania con un braccio ingessato a causa di una frattura al polso. Anche per questo motivo i pm volevano archiviare l’indagine. Il gip Bologna, però, aveva rigettato la richiesta, ordinando nuove indagini.
Ore, con la secondo ‘no’ per l’incidente probatorio, la conclusione di questa faccenda potrebbe arrivare a breve.
Fonte: ilfattoquotidiano.it
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