I pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Sergio Demontis, Claudio Camilleri, Giorgia Righi e Alessia Sinatra, hanno chiesto 9 rinvii a giudizio nell'ambito di un'inchiesta che avrebbe fatto luce su un intreccio di mafia, politica e appalti nella bassa Quisquina, in provincia di Agrigento. Il 28 novembre, davanti al giudice per l'udienza preliminare di Palermo, Ivana Vassallo, è in programma l'udienza preliminare. Ad altri due imputati viene contestata l'accusa di favoreggiamento personale con l'aggravante di aver agevolato Cosa nostra: si tratta del consigliere comunale di Lucca Sicula Gabriele Mirabella e di Giacomo Bacino. Per entrambi l'accusa è quella di aver consentito ai componenti del clan di eludere le investigazioni e favorito lo svolgimento di incontri e riunioni.
L'inchiesta è stata avviata dopo l'omicidio di Vincenzo Corvo avvenuto nell'aprile 2020 e per il quale non sono stati ancora individuati gli esecutori materiali ma sarebbero state accertate le nuove dinamiche del clan, sempre intento a gestire e condizionare gli appalti pubblici e i legami con la politica. Un filone investigativo ha accertato il tentativo di inquinamento delle elezioni a Villafranca sicula. Il sindaco del paese, il farmacista Gaetano Bruccoleri, che non figura fra i possibili imputati, ha ricevuto avviso di garanzia per l'ipotesi di reato di scambio elettorale politico-mafioso. Sul fronte dei lavori pubblici sarebbe stata documentata l'ingerenza della cosca mafiosa in merito al completamento della rete fognaria di Ribera affidata a una ditta di Favara con il coinvolgimento di Caramazza. Contestate pure intromissioni sui lavori di manutenzione della strada provinciale 32, sulle opere urgenti sulla strada di collegamento bivio Imperatore - Ponte Pedano e sui lavori lungo il tratto stradale della provinciale 47, tra i territori di Villafranca Sicula, Ribera, Lucca Sicula e Burgio.
Fonte: Agi
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