Paolo Alfano, il fidato autista del gruppo di fuoco di Totò Riina, ha ottenuto la semilibertà dopo vent’anni di detenzione nel carcere di Parma. Da sempre è stato uno degli irriducibili di Cosa nostra: fu condannato nel maxiprocesso a 17 anni, poi ottenne l’ergastolo per due omicidi commessi nel 1981 e rimase latitante fino al 1996.
La notizia è stata riportata da ‘Repubblica’.
Alfano ad agosto ha rimesso piede a Palermo per dodici giorni grazie a un permesso. La sua presenza si aggiunge così a quella di Giuseppe Giuliano e Giovanni Asciutto, Gaetano Savoca e Cosimo Fabio Lo Nigro e Nino Sacco. Tutti tornati in libertà dopo aver pagato il loro debito con la giustizia.
Quest’ultimo ha una figlia che ha sposato uno dei figli di Alfano, Pietro.
Tuttavia l’ex autista del gruppo di Riina ha continuato a ribadire di essere ormai una persona diversa, che vuole staccarsi dal passato.
Un passato su cui i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino avevano scritto parole pesanti: “È risultato essere uno dei killer più fidati e spietati della famiglia di corso dei Mille, capeggiata da Filippo Marchese”. E ancora: “È uomo molto vicino agli Zanca, e da questi utilizzato per vari omicidi, estorsioni e danneggiamenti”.
Sempre ‘Repubblica’ riferisce che qualche anno fa, nell’ordinanza di arresto per il boss di San Lorenzo Giulio Caporrimo, c’era un riferimento a Paolo Alfano: “In carcere – scrivevano i magistrati della procura nel 2011 – Caporrimo aveva stretto nuove ed eminenti alleanze. Con Cosimo Lo Nigro e poi proprio con Alfano”. Quando, poi, Caporrimo fu scarcerato, la moglie di Alfano chiamò la moglie del boss di San Lorenzo. “La telefonata – hanno scritto i pm – era finalizzata ad un incontro tra Caporrimo e il figlio di Alfano”.
Fonte: palermo.repubblica.it

Paolo Alfano ottiene la libertà provvisoria: l'ex killer di Corso dei Mille rientra a Palermo
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