"Spirito di sacrifico, capacità di fare squadra... tracce di questo metodo ci sono anche nelle attività svolte per catturare Matteo Messina Denaro: le attività di intercettazione dei familiari e delle persone a lui vicine, a esempio, rientrano nella tipologia di attività investigativa che il generale aveva immaginato già negli anni Settanta". Così a RadioUno Rai il procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia, in occasione del 42° anniversario dell'omicidio del prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa. "Allora era una mafia potentissima. Nel 1982 eravamo nel pieno della seconda guerra di mafia con i cadaveri agli angoli delle strade di Palermo. Oggi per fortuna la situazione è cambiata molto, in parte grazie alla forte pressione dello Stato, in parte per scelta della stessa organizzazione mafiosa che tende alla sommersione. Ma il rischio della sottovalutazione continua a esserci - ha aggiunto il procuratore -. È importante non toccare quel meccanismo legislativo che ci ha consentito di ottenere grandi risultati e che talvolta viene messo in discussione. Immaginare a esempio passi indietro in materia di sottrazione dei beni mafiosi, è molto pericoloso".
Foto © Paolo Bassani
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