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I figli di Paolo Borsellino citano Palazzo Chigi e Viminale come responsabili civili per il depistaggio delle indagini sulla strage

Questa mattina, davanti al gup di Caltanissetta, si è tenuta l’udienza preliminare per i quattro poliziotti accusati di depistaggio nell’ambito delle indagini sulla strage di via d’Amelio. La procura ha chiesto il rinvio a giudizio degli agenti del gruppo “Falcone e Borsellino”Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e Maurizio Zerilli: sono accusati di aver negato la verità e affermato il falso sul reale sviluppo delle indagini sulla strage deponendo come testi nel corso del processo sul depistaggio per l’attentato dove persero la vita il magistrato Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta. Ai quattro poliziotti l’accusa contesta ripetuti “non ricordo”, rispetto alla portata epocale che rappresentò la strage di via d’Amelio e al livello di responsabilità che avevano nelle indagini.

Sempre questa mattina sono state depositate le richieste di costituzione di parte civile. I figli del giudice ucciso insieme alla scorta il 19 luglio 1992 - Fiammetta, Lucia e Manfredi Borsellino - hanno anche sollecitato la citazione come responsabile civile della Presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero dell’Interno. Stessa richiesta avanzata dal fratello del magistrato, Salvatore Borsellino, (difeso dall’avvocato Fabio Repici) fondatore del movimento delle Agende rosse.

Non c’è nessuna ostilità nei confronti del Governo. Si tratta di un atto dovuto, a cui non bisogna dare assolutamente alcuna enfasi né valenza politica”, ha sottolineato l’avvocato Fabio Trizzino, legale dei figli del giudice Paolo Borsellino e marito di Lucia. “Anzi, su questo fronte, colgo l'occasione per ringraziare l'attuale governo e la Presidente (della Commissione antimafia, ndr) Chiara Colosimo perché sono stati gli unici che, finalmente, hanno dato la possibilità ai figli del Giudice Borsellino di rappresentare dinanzi alla Commissione nazionale antimafia, la tragica e terribile vicenda riguardante il loro congiunto”.

L’avvocato dello Stato Giuseppe La Spina si è costituito parte civile per la presidenza del consiglio dei ministri e per il ministero della Giustizia, quale danneggiato dal reato, e per il ministero dell’Interno come parte offesa. Erano presenti in aula gli imputati Giuseppe Di Gangi e Vincenzo Maniscaldi.

Il legale di quest’ultimo, l’avvocato Giuseppe Panepinto, ha chiesto un termine per esaminare le richieste di costituzione di parte civile. Il gup si è riservato di decidere e ha fissato la prossima udienza per il 19 settembre.

Foto © Shobha

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