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Mi ha colpito un articolo del “Mattino di Padova” del 12/01/24 intitolato: “Effetto Cartabia: tutti prosciolti per furti. Il reato non più perseguibile d’ufficio”.

Si legge che due ladri d’auto, pur avendo commesso almeno una trentina di reati in giro per il Veneto, sono stati rilasciati dopo un processo durato ben quattro anni in quanto gli automobilisti vittime, ignorando le varie acrobazie penali, si erano limitati a segnalare l’accaduto, senza pensare di sporgere querela. Nessuno aveva ricevuto alcuna informazione sul fatto che, grazie alla Ministra Cartabia, la normativa era cambiata e così molti reati che prima erano perseguibili d’ufficio, ora non lo sono più. Non solo, migliaia di processi, anche in futuro, finiranno in fumo.

Premetto, sono Alessandra Rossi e collaboro con un gruppo di attivisti che opera in Veneto per denunciare le ingiustizie presenti nel territorio.

Lotto per una giustizia che funzioni bene, che faccia i processi, che assolva gli innocenti e che condanni i colpevoli.

A quanto pare, l’articolo sopracitato fa pensare che la direzione verso cui stiamo andando sia completamente rovesciata.

Com’è possibile che dal 1/1/23 un criminale colto con le mani nel sacco venga rilasciato se la vittima non sporge querela?

Ma ci rendiamo conto? La riforma ha cancellato la procedibilità d’ufficio per diversi reati: le violenze in ambito familiare, i reati informatici, le truffe a danno degli anziani, le violazioni di domicilio, i sequestri, i furti, le minacce, le lesioni stradali, le frodi informatiche. E i borseggiatori dei turisti a Venezia? Spesso le vittime sono straniere, forse l’autrice della riforma crede tornino per firmare la querela? In parole povere, se la vittima non sporge querela, viene garantita l'impunità, anche se si viene arrestati in flagranza di reato. Avremo migliaia di procedimenti aperti che necessitano di querela e che finiranno in carta straccia, vanificando l’estenuante lavoro di molti.

E menomale che, grazie alla provvidenziale tenacia del Senatore Roberto Scarpinato, la riforma non tutelerà più i mafiosi, altrimenti il progetto iniziale avrebbe garantito l’impunità anche a loro.

A poco sono valse le corali proteste di Procuratori, Presidenti della Corte d’Appello, Presidenti della Cassazione, Consiglio Superiore della Magistratura, i quali hanno spiegato, con un disegnino, che questa riforma avrebbe ucciso il sistema giudiziario.

Marta Cartabia, Governo e Senato hanno proseguito dritto, garantendo che avrebbero snellito il numero dei procedimenti penali e decongestionato i tribunali.

Sempre nel loro delirante progetto si sono persino autocongratulati per aver contribuito, con l’annullamento della carcerazione preventiva, a contrastare il sovraffollamento carcerario. Se poi il bandito, nel frattempo, continua indisturbato a ripulire altre case, questo evidentemente è un dettaglio trascurabile.

Mi viene da pensare che con la stessa logica il Ministro della Sanità potrebbe avere un’illuminante idea per risolvere il problema delle liste d’attesa in ospedale: dato che sono lunghe, allora, potrebbe annullare tutti gli esami medici.

La cosa sorprendente è che la magnanimità di queste classi dirigenti non si ferma ai truffatori delle vecchiette perché nel calderone dell’impunità, passo dopo passo, ci stanno mettendo dentro tutti i criminali.

Mi riferisco alle dichiarazioni del ministro della Giustizia Nordio, sulla volontà di riproporre un nuovo limite alle intercettazioni o all'idea di separare le carriere tra pubblici ministeri e giudici. Per non parlare dei provvedimenti presi rispetto all'ergastolo ostativo quando si strizza l’occhio a boss stragisti, i quali potranno cavarsela e uscire di prigione senza aver nemmeno collaborato con la giustizia.

Io come cittadina mi chiedo dove sia finita la giustizia italiana e come devo considerare Marta Cartabia, Carlo Nordio, la precedente classe dirigente e quella attuale.

Cosa devo pensare dei massimi organi giuridici che, ignorando tutte le proteste, emanano una riforma del Codice di Procedura Penale che finisce col tutelare i criminali a vari livelli a danno dei cittadini e che garantisce l’impunità ai corrotti abolendo addirittura il reato di abuso d’ufficio. Il dirigente che in concorsi e incarichi pubblici trova scorciatoie per favorire un candidato incapace che però gode di raccomandazione, gambizzando uno meritevole, oggi non commette più reato. Questo vale anche per il politico che favorisce un suo cliente di partito facendo perdere la gara d’appalto all’imprenditore onesto. Corrompere oggi non è più reato.

Pensate che razza di giustizia! E pensate quanto la mafia ci andrà a nozze, soprattutto con i fondi PNRR.

Io credo che questi “Servitori dello Stato” debbano tanto ringraziare tutti quei cittadini che ancora non hanno provveduto ad unire i puntini. Forse occorre fare un bel disegnino anche a loro, prima che sia troppo tardi.

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