In occasione della “festa delle Forze Armate” abbiamo sentito il ministro della Difesa Crosetto affermare che “si deve evitare una nuova Lepanto”: bene! Dunque perché il governo italiano in sede ONU si è astenuto sulla risoluzione (non vincolante) che chiedeva il “cessate il fuoco”? Perché Fratelli d’Italia non critica apertamente l’alleato di governo Salvini (vice premier) che proprio all’insegna dello scontro tra Occidente e Oriente (goffamente mascherato dalla presenza sul palco di un ragazzo maghrebino) ha, nello stesso giorno, convocato la piazza a Milano? “Mi fanno schifo i seminatori d’odio” ha affermato Salvini e dovrebbe riflettere su questa affermazione guardandosi allo specchio! A questa continua retorica dell’identità ha risposto efficacemente, qualche giorno fa, il vescovo di Trento mons. Lauro Tisi affermando: “La mia identità è il volto dell’altro”.
Sullo sbandierato “scontro di civiltà” ha riflettuto recentemente anche lo storico Franco Cardini, ponendosi l’interrogativo: “Questa definizione di Occidente ha senso o è soltanto utile oggi per ragioni strumentali?'' Chiediamocelo, prima di incamminarci su questa strada.
Guido Crosetto, ministro della Difesa © Imagoeconomica
Quello al quale assistiamo (e al quale prendono parte attiva molti governi europei) è un gioco al massacro sulla pelle dei palestinesi di Gaza e pure su quella degli ostaggi israeliani le cui famiglie, smentendo quanto sostiene Alan Friedman, non sono affatto contrarie alla “pausa umanitaria” bensì hanno protestato in massa proprio ieri sotto l’abitazione del premier israeliano Netanyahu per chiedere il “cessate il fuoco”. Di “pause umanitarie” parla il segretario di stato USA mentre all’ONU il rappresentante americano vota contro la risoluzione sul “cessate il fuoco”, il Congresso approva miliardi di aiuti in armamenti ad Israele e lo stesso Blinken legittima il massacro di Gaza. Tutti giochi di prestigio verbali per nascondere lo schieramento dalla parte di Israele nell’ennesimo massacro ai danni del popolo palestinese, in continuità con la politica di occupazione delle terre palestinesi (i coloni negli insediamenti della Cisgiordania sono passati da 100 mila di vent’anni fa ad 800 mila di oggi) e conseguente espulsione dei legittimi residenti, cancellazione dell’identità palestinese e riduzione dei diritti degli stessi arabi residenti in Israele a cittadini di serie B.
Proprio per evitare uno scontro che sarebbe tragico per le sorti dell’umanità, oggi più che mai, è necessario schierarsi al fianco del popolo palestinese, per un “cessate il fuoco” che interrompa il genocidio in atto e difenda il suo diritto all’esistenza, così come stanno facendo numerosi cittadini di origine ebraica negli Stati Uniti e in Europa e sempre più consistenti gruppi di cittadini israeliani. Anche i trentini devono chiedere con forza l’interruzione di quei programmi di ricerca ed applicazione tecnologica (al servizio della guerra e del controllo sociale) che legano la Fondazione Bruno Kessler (Fbk), in particolare la sua branca tecnologica IRST (Istituto per la Ricerca Scientifica e Tecnologica) ad enti di ricerca ed università israeliane quali il Caesarea Rotschild Institute dell’Università di Haifa (convenzione del 2003 nell’ambito delle tecnoscienze ed Intelligenza Artificiale), sovvenzionati anche con fondi pubblici. Sappiamo quanto l’IA sia oggi fondamentale nel campo delle applicazioni belliche ma anche nelle nuove tecniche del controllo sociale (non solo alle frontiere nei confronti dell’umanità migrante) ed è importante che, proprio in questi giorni, il Garante per la Privacy abbia ritenuto illegittima la sperimentazione in corso a Trento con i progetti Marvel e Precrisis, in collaborazione con Fbk e Comune.
Alan Friedman © Imagoeconomica
Un progetto già partito (senza alcuna consultazione popolare e informazione adeguata, alla faccia della nostra “autonomia”) con l’installazione di telecamere, microfoni e sensori in varie parti della città di Trento (piazza Dante, piazza Duomo, piazza Santa Maria, piazza Fiera e parcheggio Zuffo) che monitorano vari parametri (voci, spostamenti, immagini), tra i quali anche la navigazione su internet. Un progetto per il momento stoppato ma al quale pare che il sindaco di Trento (PD) non voglia proprio rinunciare. Ecco il motivo per cui si impone la ricostruzione di un fronte democratico (senza le ambiguità che anche a Trento vedono il tentativo di egemonizzare la piazza “pro Palestina” da parte di soggetti che all’ombra del movimento No Vax hanno operato discutibili saldature con elementi dell’estrema destra) che sappia dare indicazioni di lotta e porre obiettivi praticabili, arginando, nello stesso tempo, ogni rigurgito di antisemitismo.
Gaza, Lepanto e le troppe ambiguità
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- Walter Ferrari