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Le mafie rappresentano oggi una minaccia globale e sempre in continuo mutamento. Occorre pertanto che gli Stati utilizzino le migliori forze a disposizione e si adeguino alle loro continue evoluzioni. Questo deve avvenire a livello europeo e internazionale. L’ha detto Vincenzo Musacchio nella lectio magistralis sulle mafie agli allievi Carabinieri della Scuola “A. Frate” di Campobasso. Esistono Stati - ha spiegato il criminologo - dove le mafie fanno affari integrandosi nella loro economia e nella finanza. Investono le ingenti risorse monetarie del traffico di droga e le moltiplicano mediante operazioni finanziarie internazionali. Le nuove mafie sono diventante anche tecnologiche mentre magistratura e forze dell’ordine non riescono a confrontarsi con piattaforme criptate dove il server può essere installato in qualsiasi parte del mondo. In Italia manca ancor oggi la formazione sulle nuove tecnologie e sui nuovi metodi di investigazione del ciberspazio. Abbiamo visto come le mafie siano riuscite a fare affari anche durante la pandemia utilizzando Internet. La risposta dello Stato è stata insufficiente mentre dovrebbe essere competente, immediata ed efficace. Le Istituzioni non possono più non “stare al passo con le continue mutazioni mafiose”. Questo assunto oggi ha soprattutto una valenza tecnologica. Le nuove mafie sono sempre più al passo con la tecnologia e l’innovazione. Cambiano le cose e loro si adeguano. Lo Stato invece non riesce a stare al passo con i tempi, non riesce a stare dietro a queste innovazioni, a tutti questi cambiamenti innovativi delle moderne organizzazioni criminali. Se non s’inverte questa tendenza, rischiamo di perdere inesorabilmente la “guerra” proprio contro queste nuove mafie.

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