Da tempo registriamo un approccio sbagliato da parte di diversi Governi con diverse maggioranze nei confronti dei testimoni di giustizia, che sono e rimangono una risorsa essenziale nella lotta alla mafia.
È bene sempre ricordare che si tratta di cittadini onesti e molto coraggiosi, i quali piuttosto che imboccare la consueta strada dell’omertà scelgono di essere appunto cittadini, così denunciano, rischiano tutto e si affidano totalmente allo Stato.
Lo Stato raramente si è dimostrato all’altezza di questo delicato affidamento. Il caso di Ignazio Cutrò ancora una volta fa rabbia e crea sconcerto. Sapevamo che era un credibile testimone di giustizia. Sapevamo che la sua denuncia lo aveva costretto a chiudere la sua attività di impresa. Sapevamo del prezzo insopportabile che pagava lui con la sua famiglia per la scelta fatta e mantenuta nel tempo.
Adesso si apprende dalla giusta e opportuna pubblicazione, da parte dell’attuale Commissione Centrale del Ministero dell’interno sui testimoni, dei verbali delle perizie sul nesso di causalità tra i danni subiti da parte della mafia e quelli economici che effettivamente Cutrò andava sostenuto in modo da salvare per tempo la sua azienda.
Si rimane invece nella gestione incerta e burocratica e spesso si tralascia anche la stessa sicurezza come è stato fatto per rimanere sempre al caso Cutrò.
Allora chiediamo che si cambi passo. Lo Stato si dimostri all’altezza dell’affidamento che i testimoni fanno. Questo Governo volti pagina. Si faccia in modo che i testimoni restino una risorsa e siano trattati come tale anche nella vita quotidiana, che sia realmente e coerentemente applicata la legge sui testimoni di giustizia già di ottima fattura e ampiamente migliorata nella passata legislatura.
Alla Commissione nazionale antimafia chiediamo di accertare, proprio a partire dal caso Cutrò, le responsabilità di chi non ha applicato bene la legge e di chi non ha tenuto conto di quanto in possesso della stessa Commissione Centrale sui testimoni.
È il tempo di agire e agire bene, con rigore e coerenza.
Tratto da: antoninocaponnetto.blogspot.com
Sui testimoni di giustizia si cambi passo: sono una risorsa e non un problema, come è dimostrato dal caso di Ignazio Cutrò
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