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Siamo due studentesse del Liceo Danilo Dolci di Palermo, una scuola che negli ultimi anni è stata caratterizzata da tantissime problematiche essendo un bene confiscato alla mafia. Abbiamo dovuto subire la presenza di aule "pollaio", mancanza di spazi e mancanza di una palestra. Davanti alla nostra scuola spesso si sono create discariche dove è stato abbandonato di tutto e problematiche per il parcheggio. Eppure negli ultimi anni abbiamo avuto l'opportunità di usufruire di un bene confiscato alla mafia, adiacente alla nostra scuola, che abbiamo chiamato Magazzini Brancaccio, che l'agenzia dei bene confiscati ci ha dato per un periodo protempore e che per noi sarebbe una ricchezza incredibile. Già nel 2015 con una videolettera indirizzata alle istituzioni preposte fatta dagli studenti del Progetto Legalità, coordinati dal professore Luigi Barbieri in collaborazione con la Fondazione Progetto Legalità Paolo Borsellino, avevamo stimolato chi ci poteva dare definitivamente questo spazio. Negli ultimi due anni poi, sotto la guida del dirigente Matteo Croce abbiamo svolto tante iniziative che ci hanno fatto crescere umanamente e culturalmente. Abbiamo invitato magistrati, associazioni, vittime di mafia e abbiamo sviluppato eventi musicali ed artistici. Tutto ciò ha creato in noi speranza e convinzione che le cose potessero cambiare. Proprio in questi giorni è arrivata la notizia che dobbiamo riconsegnare le chiavi e abbandonare il Magazzino con grande rabbia, indignazione e stupore di tutta la comunità scolastica. Ma noi non ci siamo arresi e giorno 7 Luglio, in aula magna, il preside ha lanciato un appello direttamente al presidente della Repubblica Mattarella per chiedere spiegazioni. Oltre la presenza di studenti e di docenti, abbiamo avuto la fortuna di avere fra di noi persone autorevoli, che hanno spesso seguito le vicende della nostra scuola. Erano presenti il dott. Mario Conte, consigliere della Corte d'Appello di Palermo, Valentina Chinnici insegnate e protagonista attiva della giunta comunale, Giovanni Paparcuri responsabile del Museo Falcone Borsellino, Vincenzo Agostino, padre di Nino ucciso dalla mafia insieme alla moglie, e la Fondazione Progetto Legalità Paolo Borsellino. Pur essendo una giornata afosa e non facendo parte della comunità scolastica del Dolci hanno voluto esprimere vicinanza e solidarietà. Noi giovani non ci siamo sentiti soli nell'ascoltare le loro parole. In particolare emergeva da parte loro la voglia di capire il perché i Magazzini Brancaccio ci sono stati tolti. Perché dopo tante fatiche, dopo tante belle iniziative, l'ultima era quella di aprire un Caffè Letterario aperto al quartiere, siamo stati sfrattati? E a noi giovani di un quartiere pieno di problematiche non puo' che "montare" tanta tristezza, perché abbiamo la sensazione che le vicende a Brancaccio non cambieranno mai. Noi vogliamo sperare che ci siano stati degli equivoci, che tutto possa avere un fine positivo per la scuola e per il quartiere e che questo enorme spazio non ritorni ad essere luogo di abbandono e degrado. Siamo solo delle studentesse, non abbiamo grandi poteri, ma nelle scuole voi ci insegnate la legalità, l'importanza di essere cittadini attivi e di lottare contro le ingiustizie come ha fatto Danilo Dolci, che ripeteva spesso una frase "Agire presto e bene". Ci auguriamo che la nostra voce sia ascoltata dalla politica e ringraziamo tutte quelle persone che ci sono state vicine.

*Liceo Danilo Dolci

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