di Piero Innocenti
In questi tempi di angosce collettive e diffuse per la drammatica emergenza sanitaria che stiamo vivendo da diverse settimane, si susseguono i comprensibili allarmi istituzionali sulla “prevedibile ripresa dei tradizionali fenomeni criminali”.
Sul tema, alcuni giorni fa avevo fatto alcune sintetiche riflessioni soffermandomi sulla criminalità comune, di strada (quella più avvertibile e che più direttamente preoccupa la gente), che è ancora in gran parte in “quarantena” ma che presto riprenderà i suoi ritmi “normali”.
C’è, poi, la criminalità organizzata e quella mafiosa, sempre pronte, anche in questo periodo emergenziale, a ricercare il profitto, ad espandersi, a conquistare il consenso sociale.
E’ la forte preoccupazione esternata da Federico Cafiero de Raho, Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo nella intervista su La Repubblica del 7 aprile che esordisce subito come “la crisi sanitaria è una crisi economica e sociale, dunque, una questione criminale”.
Preoccupazione anche per il Capo della Polizia Franco Gabrielli che, proprio per contrastare il probabile tentativo di infiltrazione della criminalità organizzata in settori strategici dell’economia, ha annunciato la costituzione di un gruppo di esperti presso la Direzione Centrale della Polizia Criminale.
In questo contesto sono state riassunte dalla Direzione Centrale Anticrimine (la nota è del 7 aprile) e poste all’attenzione di tutti i Questori alcune “sintomatiche criticità criminali (..) in grado di disvelare concretamente il tentativo di infiltrazione criminale, anche mafioso, tra le pieghe delle criticità economico-finanziarie”. E sicuramente ce ne saranno molte.
Si richiede, quindi, una particolare attenzione degli organismi investigativi periferici della Polizia di Stato su episodi, anche se isolati e/o sporadici, riguardanti, tra l’altro, attività estorsive, l’usura, le attività finalizzate a fagocitare le imprese bisognose di denaro, il riciclaggio e il reimpiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, il trasferimento fraudolento di beni e le truffe per conseguire erogazioni pubbliche, l’illecita concorrenza mediante l’uso di violenza o minaccia, la corruzione.
La situazione che si va profilando, dunque, è piuttosto allarmante al punto che con la predetta nota si sollecita l’intensificazione, durante la fase info-investigativa, di “contatti diretti con le associazioni di categoria operanti sul territorio (Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato) al fine di potenziare il monitoraggio dei casi di default economico, nonché individuare aree sensibili di intervento investigativo, con particolare riferimento all’impatto dell’emergenza sanitaria sulla situazione economica delle piccole e medie imprese”.
In uno scenario che potrebbe assumere dimensioni davvero tragiche, un richiamo viene fatto alla valorizzazione di alcuni settori specialistici come le “unità indagini patrimoniali” operative presso le squadre mobili e anticrimine, dopo i corsi fatti in materia di confisca penale e di misure di prevenzione previste dalla legislazione antimafia.
Siccome è prevedibile in una situazione del genere un sensibile aumento dei casi di corruzione nell’apparato politico amministrativo, analoga attenzione viene sollecitata dalle squadre mobili “al settore delle concessioni pubbliche, dell’edilizia e dell’erogazione di misure economiche di sostegno emergenziale”.
E, con “lo sforzo più poderoso nella storia della Repubblica” fatto dal Governo in questi ultimissimi giorni, con provvedimenti che prevedono liquidità per complessivi 750 miliardi di euro per le imprese e per fronteggiare gli effetti della crisi su economia e occupazione, dovrà esserci anche un analogo sforzo di tutti gli organismi delle forze di polizia per cercare di contenere gli “appetiti” dei clan che “sfrutteranno l’emergenza per mangiarsi l’economia” come ha dichiarato il Procuratore Nazionale Antimafia.
Tratto da: liberainformazione.org