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di Sandro Ruotolo
Una fiammata. E d’improvviso la città è sprofondata nell’abisso.
A 15 anni non si può essere colpevole e vittima. A 23 anni non puoi essere vittima e colpevole. Si, siamo tutti colpevoli. Noi genitori e figli di questa terra. La tragedia si è già consumata tutta nella sua drammaticità, senza dover aspettare la ricostruzione dei fatti. Nei confronti di Ugo (in foto) e del ragazzo carabiniere fuori servizio che lo ha ucciso c’è solo pietas. Non è normale che a 15 anni ci si armi con una pistola giocattolo per fare una rapina. Non è normale che venga distrutto un pronto soccorso di un ospedale dagli amici e dai parenti della vittima. Non è normale che vengano esplosi colpi di pistola contro la caserma dove ha sede il comando provinciale dei carabinieri di Napoli. Non è normale nulla in questa storia. Ma questo non vuol dire giustificare quello che è accaduto nel pronto soccorso dei Pellegrini e davanti alla caserma Pastrengo. Questi sono atti criminali e vanno perseguiti come tali. Siamo stanchi delle parole che si ripetono dopo episodi drammatici come questo. Non è un fenomeno nuovo, da studiare. Quella “stesa” con pistole vere ci deve far riflettere tutti. Lo Stato è amico. L’ospedale serve la collettività. Conosciamo le cause, sappiamo che occorrono misure concrete. Dov’è la scuola? Dove sono i genitori? Dov’è il governo?
Sono anni che lanciamo, inascoltati, l’allarme. Abbiamo bisogno di mille maestri e di uomini e mezzi per contrastare la camorra. Abbiamo bisogno di spezzare il sistema dell’illegalità, abbiamo bisogno di restituire i sogni alla nostra gioventù. Manca il lavoro, mancano gli asili nido, bisogna investire nella scuola, abbiamo bisogno di sicurezza, soprattutto di sicurezza sociale. È tutto vero ma a 15 anni a quell’ora della notte si sta a casa. A 15 anni si va a scuola, a 15 anni si ha il diritto di sognare. A 15 anni non si deve morire per un rolex.
(3 marzo 2020)

Tratto da: liberainformazione.org

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