"Caro Direttore, una nota del Presidente della Commissione regionale antimafia, pur sovraccarica di cieco livore, è sempre una notizia. Quindi non ho certo da recriminare sulla pubblicazione della lettera dell’On. Fava. Solo, ti chiedo di dare spazio anche a questa mia breve replica, per rispondere non alla gragnuola di insulti, che rimangono impiastricciati malamente come bava rinsecchita sulle labbra di chi li ha pronunciati, ma alle poche questioni di fatto in discussione.
1. Fava conferma che “il dottor Vittorio Bertone, stimato professionista” (stimatissimo!, aggiungo io), è suo collaboratore. Venendo meno all’antico obbligo da giornalista di informare in modo completo i lettori, non spiega se il dottor Vittorio sia figlio del dottor Amedeo, Procuratore a Caltanissetta. Fava lo qualifica come “testa di ponte del Procuratore di Caltanissetta”. Io mi limito, nell’imbarazzato silenzio di Fava, a ribadire che il suo collaboratore è il figlio del Procuratore che si è occupato e si occupa giudiziariamente delle vicende sulle quali il figlio si è occupato di convocare testimoni auditi dal Presidente Fava.
2. Nell’inchiesta su via d’Amelio e sul connesso depistaggio, Fava ha omesso di convocare Salvatore Borsellino. Ha privilegiato l’audizione del difensore di Gaetano Scotto, quest’ultimo il noto mafioso al servizio del Sisde e di apparati deviati della Polizia di Stato (che secondo plurime risultanze processuali incontrava anche al Castello Utveggio), a quella del fratello di Paolo Borsellino. Il quale Salvatore Borsellino, nel processo Borsellino Quater, all'ultima udienza, il 20 aprile 2017, era stato destinatario dell'unica replica fatta dal Procuratore Bertone, padre di cotanto Vittorio. Anche il Procuratore Bertone vedeva come suo nemico (processuale, si intende) il fratello di Paolo Borsellino e, preso dal fervore antiborselliniano, era arrivato perfino a mettere in dubbio le parole di Agnese Borsellino sul Castello Utveggio. Pazienza, ognuno ha le sue preferenze.
3. Pur avendo dato conto nella relazione su via D’Amelio delle azioni depistanti del Sisde di Contrada, Fava tace pubblicamente sul fatto, direi gravissimo, che colui che nel 1992 era il capocentro del Sisde a Messina in contatto con Bruno Contrada, Giuseppe De Salvo, oggi collabori col sottosegretario Gaetti nella gestione di pentiti e testimoni di giustizia. Eppure Fava conosce la circostanza, anche perché il portavoce di Gaetti, Costantino Sacchetto, per curiosa coincidenza, è l’ex portavoce di Fava, candidato nel 2018 al Parlamento nelle liste del partito di Fava, non in quelle grilline.
4. Parimenti, Fava tace, pour cause, su uno dei principali epicentri delle attuali devianze, Barcellona Pozzo di Gotto, la città in cui Cosa Nostra e apparati deviati assassinarono Beppe Alfano, ultimo martire in ordine di tempo del giornalismo libero in Italia. Del resto, la rimozione, nell'impegno pubblico di Fava, del cadavere di Alfano e della centralità di Barcellona nelle strategie criminali che hanno azzoppato il nostro Paese è coerente con quanto ho già detto e pure con la rimozione dell’indimenticabile, per me e per tanti cittadini, prof. Adolfo Parmaliana. La diserzione di Fava a quest’ultimo riguardo fu, il 2 ottobre scorso, stigmatizzata pubblicamente dal fratello di Adolfo, Avv. Biagio Parmaliana, con parole definitive.
Caro direttore, dovrei aggiungere ancora altro, a partire dall’omicidio di Attilio Manca, ma capisco che abuserei troppo della vostra cortese ospitalità. Non mancherà certo l’occasione, in futuro. Grazie".
Fabio Repici
Foto © Castolo Giannini
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