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di Piero Innocenti
Non ci si dovrà meravigliare più di tanto quando si accerterà, definitivamente, che una buona parte dei traffici di stupefacenti, in particolare di quelli sintetici, si realizza sulla rete internet.
Così come non ci dovrebbe sorprendere il particolare, emerso in queste ultime settimane da un’operazione di polizia giudiziaria condotta a Roma, che molti trafficanti (in prevalenza stranieri) utilizzino autobus che collegano molte nostre città anche con altri paesi per trasportare significativi quantitativi di droghe in valige ed altro.
La ricerca e il diversificarsi di nuovi itinerari e mezzi di trasporto e occultamento delle droghe è una costante nel mondo del narcotraffico. Nelle singole organizzazioni criminali, poi, ci sono persone che si sono specializzate solo in questo settore.
Quello che più preoccupa è, come accennavo, la commercializzazione delle droghe sintetiche che, soprattutto negli ultimi dieci anni, ha assunto dimensioni nuove e significative. Una “insidiosa minaccia” come giustamente sottolinea il DPA (Dipartimento delle Politiche Antidroga- Presidenza del Consiglio dei Ministri) che nell’accordo di collaborazione con la DCSA (Direzione Centrale per i Servizi Antidroga- Dipartimento della Pubblica Sicurezza) del novembre 2018 (divenuto esecutivo agli inizi del 2019) ricorda anche come quest’ultimo organismo interforze abbia “aggiornato i propri assetti con l’attuazione di una Sezione operativa denominata “Drug@Online”, con il compito di monitorare la rete per prevenire e contrastare tale fenomeno e coordinare le conseguenti attività investigative”.
Anche la Polizia Postale e delle Comunicazioni, a livello centrale, dispone di personale di elevata professionalità e di strutture tecnologiche all’avanguardia per un buon servizio di monitoraggio e di contrasto, sempre in raccordo con la DCSA che resta il punto di riferimento centrale in tema di stupefacenti.
E’ quest’Ufficio, infatti, che in virtù di disposizioni di legge, deve essere il naturale destinatario delle risultanze investigative svolte da tutte le forze di polizia in ambito nazionale (anche da quelle locali nei casi, straordinari,in cui queste si occupino di droghe). E’ la DCSA che con i suoi analisti trasmette agli uffici e reparti delle forze di polizia interessati alle indagini le informazioni concernenti le nuove o già note sostanze di sintesi.
Droghe sintetiche che, già nei primi tre mesi del 2019, secondo dati provvisori elaborati dalla DCSA, ne sono state sequestrate per ben 6.437 compresse e 28,984kg in polvere. Nell’intero 2018 i sequestri furono di 41.849 compresse, il più consistente sequestro degli ultimi sei anni - di cui 33.497 solo nel mese di dicembre - e 31,779kg in polvere (il picco dei sequestri in polvere si è avuto nel 2017 con 144,52kg).
Se si vogliono, tuttavia, conseguire risultati più interessanti è necessario migliorare le professionalità anche a livello degli uffici/comandi periferici e il sistema informativo. In questa direzione è orientato il DAP che nell’accordo sopraindicato ha destinato 580mila euro (sul totale di 2,2 milioni di euro) al potenziamento dei sistemi informatici e dei software della DCSA, con l’obiettivo, tra gli altri, “della ricerca automatica e continua sui siti web delle informazioni di interesse, attraverso l’inserimento di un gruppo di parole chiave (eventualmente espandibili)”. Altri 89mila euro sono destinati alla formazione di operatori della DCSA e del DPA nelle tecniche di analisi e decriptazione dei supporti informatici e di acquisizione di informazioni in relazione alle piattaforme virtuali.
Fondi ancora modesti ma sicuramente un segnale di attenzione del Governo in un ambito, quello della commercializzazione di stupefacenti in rete, per molto tempo trascurato.
(2 Maggio 2019)

Tratto da: liberainformazione.org

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