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nuddudi Pietro Orsatti
Un’inchiesta giornalistica senza apparente via di uscita e che nessuno vorrebbe scrivere, un cronista travolto da una crisi personale e professionale che a fatica cerca di fare i conti con gli incubi di una generazione segnata dagli anni di piombo. E un’ossessione, quella di cercare di dare soluzione alle proprie domande sul vero volto del potere nel nostro Paese dalla nascita della Repubblica. Un noir dove non esistono innocenti. E sullo sfondo una città, Roma, che non ha ancora dimenticato la sua natura popolare. Una storia dove tutti i personaggi hanno qualcosa da perdere per poter cercare di sopravvivere.
Una serie di suicidi che tali non sono, servitori infedeli dello Stato che cercano di non essere smascherati, uno spaccato degli apparati figli degli “esuberi della guerra fredda”. Il secondo romanzo, dopo “In morte di Don Masino” (pubblicato da Imprimatur editore nel 2016 e in ristampa fra poco su Amazon), con protagonista Francesco Felice.
“Vorrei riuscire a ricordarmi quello che è successo davvero, i fatti, l’esatta scaletta cronologica. Vorrei ricordarmi che tempo faceva quel giorno. E come mi sentivo quella mattina appena aperti gli occhi. Che sapore aveva il primo caffè? Lo presi al bar? O a casa? Vorrei avere memoria di quelle ore, e invece no. Buio. il vuoto. Ricordo dove ero quando accadde, con precisione, ma questo non mi aiuta a ricordare tutto il resto”.

L'AUTORE
Pietro Orsatti nato a Ferrara nel 1963, cresciuto a Roma, espatriato più volte per lavoro. Ha collaborato per numerose testate giornalistiche italiane ed estere occupandosi di ambiente, lavoro, mafie e esteri. Ha lavorato presso il gruppo parlamentare verde (11esima legislatura) ed è stato uno dei membri dei comitati nazionali per i referendum “caccia” e “nucleare” del 1986. Ha avuto incarichi e lavorato in associazioni ambientaliste come Legambiente e Friends of the Earth. Ha realizzato progetti web e campagne per ActionAid, Anci, Un ponte per, Ricerca e Cooperazione. Ha lavorato e pubblicato, fra gli altri, per Diario fin dalla sua fondazione, il manifesto, Agenzia Dire, L’Unità, Editoriale la Repubblica (in particolare MicroMega), Carta, La Nuova Ecologia, Reporter, Arancia Blu, Modus, Liberazione, Rassegna Sindacale, Avvenimenti Left/Avvenimenti, Liberazione, Terra, AntimafiaDuemila, Dazebao News, Roma Report, Peace Reporter, I Siciliani giovani. Ha collaborato con Rai, Telesur, RedeBras e RadioPop, Radio Città Futura, Arcoiris.tv. E’ stato fondatore del progetto editoriale de Gli Italiani. Ha, realizzato numerosi documentari sia come autore che regista e ha scritto per il teatro e curato la regia di alcuni spettacoli.
Come documentarista ha firmato i lungometraggi “Fome Zero Sede Zero” e “Lona Preta” (realizzati in Brasile) e “De Ma – Trasformazione e declino” finalista del festival “Cinema e Lavoro” promosso dalla Cgil nel 2007. Nello stesso anno ha girato un ritratto di Lidia Menapace “Ci dichiariamo nipoti politici”. Ha realizzato numerosi i mediometraggi In Italia, Brasile, Mozambico e Sud Africa, fra cui “Il lato umano”, “Utopia Luar”, “Get on Board”, “Sulla stessa barca”, “Gli angeli del Brasile”. Ha collaborato alla realizzazione dello spettacolo teatrale “Bambini a dondolo” di Giulio Cavalli e scritto e curato la regia degli spettacoli “Cantata dal basso”, “Clic” e “Il lampo verde”.
Ha pubblicato nel 2009, per la casa editrice Socialmente, il libro A schiena dritta; con Coppola editore L’Italia cantata dal basso (2011) e Segreto di Stato (2012); con Errant Editions gli ebook Roma - un reportage e Utopia Brasil e altri due ebook Il lampo verde e L’Era Alemanna in self publishing. Successivamente ha scritto per Imprimatur il libro inchiesta Grande Raccordo Criminale (2014), di cui è coautore insieme alla giornalista Floriana Bulfon, seguito da Roma brucia (2015), In morte di Don Masino (2016), Il bandito della Guerra fredda (2017) e con Antonio Ingroia Le trattative (2018). Con Imprimatur ha anche ricoperto l’incarico di curatore di collana e editor.

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