da 19luglio1992.com
L’ennesimo provvedimento volto ad abbassare il livello di guardia sulla protezione dei testimoni e collaboratori di giustizia, soprattutto dopo l’omicidio del fratello del collaboratore di giustizia Biagio Bruzzese, è per noi un segnale sconvolgente.
Già nel recente passato ci eravamo stupiti di alcune “anomalie” nel sistema di protezione, a partire dalla presenza e dai comportamenti di alcune figure apicali come Luigi Gaetti, presidente della Commissione centrale per la definizione e l’applicazione delle speciali misure di protezione, e del suo collaboratore, Giuseppe De Salvo, per anni al servizio centrale di protezione e capocentro del Sisde della provincia di Messina negli anni dell’omicidio di Beppe Alfano e della mancata cattura di Nitto Santapaola.
L’ultimo episodio riguarda il testimone di giustizia Ignazio Cutrò (cui va tutta la nostra solidarietà) che racconta: “la misura di protezione consistente nella tutela di 4° livello - della quale per mia scelta non usufruivo dal 9 aprile 2017 - è stata revocata. È stata predisposta una scadenza per la vigilanza generica, cioè il passaggio dei carabinieri sotto casa mia, fissata per il 30 settembre 2019. Inoltre le telecamere installate attorno a casa mia, monitorate fino ad ora dai carabinieri, verranno rimosse”. Eppure, sempre dal suo racconto, si evince che le minacce di morte ricevute sono continuate anche recentemente: “appena pochi mesi fa alcuni indagati per reati di mafia, nel corso di una discussione intercettata dai carabinieri tramite microspie, immaginavano proprio il momento in cui mi avrebbero tolto la scorta. Dicendo “vedrai appena a questo gli tolgono la scorta…”.”
Il motivo ufficiale sembra essere perché le telecamere, sino ad oggi monitorate dagli stessi carabinieri, potevano essere mantenute solo se lo stesso Cutrò avesse coperto le spese. E’ lecito chiedersi se ci sia un nuovo argomento su cui mafia e Stato stanno trattando e se questo argomento non sia proprio la gestione dei testimoni e dei collaboratori di giustizia? Del resto il tentativo depistante di manovrarli è ben noto sin da Vincenzo Scarantino. Non stupirebbe dunque la volontà di delegittimarli, renderli vulnerabili o eliminarli direttamente.
Movimento delle Agende Rosse
Di seguito l’allarme dell’Onorevole Piera Aiello (testimone di giustizia e cognata di Rita Atria).
“Con profonda amarezza apprendo la notizia della revoca della scorta ad un testimone di giustizia, un imprenditore siciliano di Bivona, Ignazio Cutro’ il quale già nel 2017 aveva rinunciato lui stesso alla protezione per via del fatto che protetto sarebbe stato solo lui e non la sua famiglia.
È stata altresì predisposta una scadenza per la vigilanza generica cioè il passaggio di una pattuglia dei carabinieri sotto casa fissata per il 30 settembre 2019, inoltre le telecamere installate attorno la sua casa monitorate fino ad oggi dai carabinieri verranno rimosse…
Tutto questo è inverosimile considerato che dalle ultime intercettazioni è venuto fuori attraverso delle microspie che lo avrebbero cercato appena tolta la scorta, hanno fatto di lui un bersaglio vulnerabile.
La mafia purtroppo non dimentica e voglio credere che queste misure siano soltanto provvisorie.
Spero che le autorità competenti si attivino al più presto per garantire la sicurezza non solo di questo testimone ma anche di tutti gli altri, non possiamo permetterci un altro omicidio come è stato per Bruzzese.”
Tratto da: 19luglio1992.com