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missili domusnovasda margheritafurlan.com
(Ricevo e pubblico senza commento una lettera non firmata proveniente dalla Sardegna)

Ti scrivo perché non ho modo di parlarti guardandoti negli occhi, non c’è l’occasione, voglio rispondere alla tua lettera aperta. Lo faccio da essere umano a essere umano, senza premesse politiche o religiose, lo faccio perché credo che non abbiamo più tempo né io né te e neppure i nostri figli.
Tutti e due sappiamo molto bene che il tuo lavoro porta conseguenze drammatiche, è inutile negarlo. Puoi scriverlo quante volte vuoi, che il frutto del tuo lavoro contribuisce alla sicurezza del tuo paese, ma io e te sappiamo benissimo che non ci credi. Io credo che quando torni a casa dai tuoi cari, quando vai a dormire, qualcosa dentro di te fa male, qualcosa come una falce che non smette di girare e di tagliare. Tu sai molto bene che il tuo lavoro porta morte e distruzione e sei anche consapevole che oltre a uccidere uomini, donne e bambini a migliaia di km da qui, porterà dolore e sofferenza a te e a i tuoi cari. E’ inutile che fai finta di niente (tutti fanno finta di niente), ma questa fabbrica di armi è un generatore di cancro, di leucemie di tante altre patologie, che già ora colpiscono i lavoratori al suo interno e i cittadini all’esterno. Malgrado questo difendi il tuo posto di lavoro e magari cercherai di lasciarlo a tuo figlio. Ecco, semplicemente per la legge universale della reciprocità, come a te non interessano le conseguenze del tuo lavoro, a me in nome della mia sicurezza e di quella dei miei cari, non interessa che tu perda questo lavoro. Tu hai diritto al lavoro come tutti, ma io come tutti ho il diritto alla mia sicurezza, ho il diritto di non ammalarmi per colpa tua e della RWM. Non mi piace lottare per far perdere il posto di lavoro a qualcuno, ma credo che sia necessario. Anche nei campi di sterminio a un certo punto chi ci lavorava ha perso il suo posto di lavoro; anche nelle fabbriche di eternit quando si è capita la verità, i lavoratori hanno perso il posto di lavoro; anche a Chernobyl chi lavorava nella centrale ha perso il suo lavoro; o a Seveso… Ecco sappi, che anche tu lo perderai, perché quello che fai è sbagliato al pari dell’industria della droga. Ti prego di non fraintendermi, io spero che tu perda il lavoro alla RWM, ma che ne trovi subito un altro, un lavoro che ti permetta di tornare a casa da tuo figlio e di guardarlo negli occhi senza vergogna, un lavoro che contribuisca alla crescita della Sardegna (e non alla sua distruzione), un lavoro che non generi malati di cancro. Questa terra, la mia terra, la tua terra merita qualcosa di meglio che un polo industriale di armi! La Sardegna è una terra meravigliosa, per me la più bella del mondo! Io non ti permetterò di continuare a fare quello che fai. Io non devo essere costretto ad andarmene dalla mia terra, piuttosto te ne vai tu e la RWM. Su questo non ho dubbi, è ora che come sardo ti ribelli a tutti gli ignobili ricatti sul lavoro, specialmente nel Sulcis. Io non so se la tua fabbrica possa essere riconvertita, ma so che la produzione di bombe deve essere fermata sia perché causa di migliaia di morti nelle guerre, sia perché è un pericolo per me e per la mia famiglia. Dillo ai dirigenti della RWM, digli che questa è la Sardegna ed è abitata dai sardi, e che se qualcuno deve andare via sono loro, non noi, e digli anche di mettersi il cuore in pace, perché io non mi fermerò. Forse un giorno tu e i tuoi colleghi darete le dimissioni dalla RWM, forse arriverà un momento che nessuno vorrà più lavorare in questa fabbrica; quel giorno la dirigenza della RWM si renderà conto che un Popolo Caparbio e Fiero non ha chinato la testa. Proveranno a fare le bombe da un altra parte, ma anche lì ci saranno persone che lotteranno per la loro terra e per i loro figli, non saranno soli perché ci saremo anche noi ad aiutarli.

Un cittadino sardo

Tratto da: margheritafurlan.com

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