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gatani roberta premio gattopardodi Roberta Gatani
Quando Antonella Borsellino, qualche settimana fa, mi ha contattata per comunicarmi che quest’anno il Movimento delle Agende Rosse sarebbe stato insignito del Gattopardo della legalità, chiedendomi di poter essere personalmente io a ritirarlo, chiaramente ne sono stata lusingata e, sebbene chi mi conosce sappia quanto poco io ami palcoscenici e riflettori, ho accettato l’invito.
Antonella, ho pensato, merita questo e ben altro.
Suo padre e suo fratello sono stati uccisi perché hanno deciso di ribellarsi al sopruso. La loro storia però, purtroppo, è poco conosciuta. Sono quegli uomini diventati eroi perché “semplicemente” non hanno permesso che la loro vita, il loro lavoro onesto, fosse condizionato, inquinato, manipolato dalla mafia.
Giuseppe e Paolo erano due grandi lavoratori, e il fatto di essere delle persone oneste, li fa presto scontrare con una realtà, quella dell’entroterra siciliano, in cui nulla si muove se non sotto il controllo della mafia. E quando uomini così si scontrano contro la vile prepotenza mafiosa e non hanno le spalle protette da uno Stato che sappia e voglia tutelarli, cadono.
Giuseppe e Paolo erano semplicemente due onesti lavoratori, avrebbero voluto soltanto condurre una vita tranquilla e invece loro malgrado sono dovuti diventare degli Eroi.
Oggi per fare in modo che il loro ostinato e tenace tentativo di restare puliti e liberi fino alla fine non venga dimenticato, Antonella e la sua famiglia devono fare uno sforzo grande, più grande forse rispetto a quello di altri parenti di vittime della mafia, perché portano un cognome pesante, importante e ingombrante.
Sono anche loro Borsellino, e uno di loro è anche Paolo, ma sono “altri” Borsellino, altre vittime che con il giudice Paolo hanno in comune il cognome e uno anche il nome, insieme al tragico destino di essersi trovati soli contro la mafia ed essere morti di questa solitudine.
Quando si parla di Borsellino si pensa inevitabilmente al giudice Paolo, ma ce ne sono altri due di Borsellino da ricordare e che meritano di non essere dimenticati: Giuseppe e Paolo, gli “altri”, che hanno anche loro una storia altrettanto terribile di lotta, di coraggio di dignità.
E una famiglia che dopo tanti anni, tenacemente si impegna perché il loro ricordo e il loro esempio non svaniscano.
Così il presidio di Libera di Santa Margherita di Belice, dedicato appunto a Giuseppe e Paolo Borsellino, ha celebrato sabato scorso nella splendida cornice del palazzo Filangeri di Cutò, l’ottava edizione dell’Alba della legalità, un appuntamento annuale in cui si ricordano tutte le vittime della mafia, consegnando delle targhe, i Gattopardi della legalità, appunto, a chi si è contraddistinto per l’impegno costante contro l’illegalità e ogni forma di ingiustizia.
Quindi sì, accetto di buon grado di salire su quel palco, di superare la mia riluttanza a stare sotto ai riflettori, a fianco di Antonella, meravigliosa piccola Grande Donna, per ricordare Giuseppe e Paolo Borsellino e per ritirare il Gattopardo della legalità a nome delle Agende Rosse.
E quando ho ascoltato la motivazione del premio, la mia emozione è stata ancora più grande…
"Alle Agende Rosse, movimento fondato da Salvatore Borsellino, per essere stato vero e a lungo unico motore di quel movimento culturale che per primo ha avuto il coraggio di parlare di trattativa Stato-Mafia indicando le responsabilità politiche quando nessuno aveva il coraggio di farlo.
A queste donne e a questi uomini, che dedicano il loro tempo ad aiutare Salvatore nella ricerca di verità e giustizia, non solo per il fratello ma per l’Italia intera".
Dopo aver ascoltato queste parole, ringrazio Antonella Borsellino abbracciandola.
Perché con quelle parole ha saputo cogliere il senso del nostro Movimento, la nostra caparbietà nel sostenere tesi che ai più sembravano folli, la nostra volontà di resistere a tutto e tutti nella ricerca della verità. Di quella verità che Salvatore Borsellino ha intuito e sostenuto da anni e che oggi finalmente viene confermata da due sentenze che faranno la storia.
Abbracciando Antonella, le ho detto che certamente questo per il Movimento delle Agende Rosse non sarà un punto di arrivo, la strada sarà ancora lunga e tortuosa, piena di ostacoli.
Ma adesso sappiamo tutti che la strada imboccata da sempre è la strada giusta e finalmente speriamo di poter avere accanto tanti nuovi compagni di lotta che vogliano resistere insieme a noi, finché giustizia non sarà fatta.
Grazie Antonella Borsellino, grazie al presidio di Libera dedicato a Giuseppe e Paolo Borsellino per averci fatto sentire che non saremo soli in quella battaglia che non è più solo la nostra, ma quella di chiunque non rinunci a trovare la verità che meritiamo, nel nome di Paolo Borsellino, e anche di Giuseppe e Paolo Borsellino e ancora di tutte le vittime innocenti che hanno creduto di poter sconfiggere la mafia!

Tratto da: 19luglio1992.com

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