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10Intervista
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19luglio1992.com - Foto
La Casa di Paolo, la materializzazione del sogno di Salvatore Borsellino di riportare suo fratello al quartiere la Kalsa di Palermo in cui è nato e cresciuto, ha ormai quasi tre anni di vita. Tutti sappiamo che si trova in Via della Vetriera, molti di noi l’hanno visitata, ma in realtà pochi sanno quali sono le attività che si svolgono e i modi concreti in cui la Casa contribuisce alla vita del quartiere. Abbiamo perciò chiesto a Roberta Gatani, amministratrice e responsabile della Casa, di raccontarci la Casa di Paolo "vista da dentro".

Facciamo un po’ di storia: dopo l’inaugurazione della Casa di Paolo il 17 luglio 2015, quando è iniziata la prima attività e qual è stata? Quanti bambini c’erano? E quanti volontari?
Subito dopo l’inaugurazione, la prima attività è stata quella del doposcuola che è cominciata a ottobre dello stesso anno.
I bambini inizialmente erano una quindicina, per via anche probabilmente della diffidenza iniziale nei confronti di questa struttura che aveva la pretesa di "insinuarsi" in questo quartiere venendo dal nulla.
Tuttavia, poiché la Casa di Paolo sorge dove c’era la farmacia dei miei nonni, i quali erano conosciuti come persone per bene prima ancora di Paolo, questo ha certamente fatto sì che fosse superata questa diffidenza iniziale e ci ha aiutato molto a rompere il ghiaccio con il quartiere.
Inizialmente c’erano circa 15 bambini e i volontari erano poco meno di una decina. Nel corso del primo anno c’è stato un ricambio fisiologico, alcuni hanno mollato, altri sono subentrati, più o meno come succede in tutte le strutture che fanno leva sul volontariato.
La differenza fra il doposcuola di due anni fa e il doposcuola di oggi è che oggi abbiamo fatto rete, grazie a un "patto del territorio" che abbiamo stretto con la preside della scuola di Piazza Magione, la scuola che era frequentata da Paolo e da Giovanni, e con tutte le altre associazioni del quartiere che operano nel sociale. Quindi, cerchiamo di organizzare le nostre attività in sintonia con tutte le altre che vengono offerte ai bambini del quartiere, effettuando il doposcuola nella fascia oraria tra le 15:30 e le 17:30, quando non ci sono altri tipi di attività. Di conseguenza, i bambini sono più invogliati a venire al doposcuola, perché, in sostanza, non devono rinunciare alla partita di calcio o a laboratori vari. Inoltre, i bambini quest’anno ci vengono indirizzati direttamente dalla scuola, segnalati dalle maestre. Questo ha portato come risultato che da 10, 15 bambini, siamo arrivati oggi a 40. Il che (voi conoscete gli spazi della Casa di Paolo) non è affatto semplice. Per questo abbiamo suddiviso i bambini in due turni, ciascuno per due giorni a settimana, con la collaborazione di una decina di volontari a turno.
Ma contiamo, potendo fare leva su più volontari, di poter offrire ai bambini tutti i giorni il doposcuola.

Quando è iniziato il primo corso di informatica? C’è stata una preparazione specifica per i volontari?
Per quanto riguarda il corso di informatica, l’anno scorso in primavera si è tenuto il corso per i formatori al quale ho partecipato anch’io. Questo corso serviva per apprendere i rudimenti della programmazione Scratch e cercare di capire come insegnarlo ai nostri bambini. È stato veramente interessante, ha partecipato anche Salvatore. Il vero e proprio corso di informatica per i bambini è partito lo scorso 8 marzo con 10 bambini ed altrettante postazioni con computer. Questi bambini, non necessariamente gli stessi che già frequentavano la Casa di Paolo, sono stati indicati dalla preside della scuola di Piazza Magione, scuola con cui noi abbiamo stretto il patto. Abbiamo iniziato con un corso di otto ore, al quale seguiranno a ruota altri due corsi, sempre di otto ore, fino a fine maggio, per far fronte alla grandissima richiesta di partecipazione. E speriamo anche di di poterne aumentare la durata e di poter coinvolgere sempre più bambini.

C’è qualche aneddoto che ci vuoi raccontare?
Aneddoti io della Casa ne ho tantissimi.
Mi viene di pensare a uno in particolare che è quello che mi ha colpito maggiormente ed è qualcosa di molto personale. Devo premettere che io non mi presento mai come nipote di Paolo, voglio che mi si conosca innanzitutto per quello che sono.
È chiaro che io sono orgogliosissima di essere nipote di Paolo. Anche qui al doposcuola i bambini non hanno saputo da subito che io fossi la nipote di Paolo.
Una volta stavo facendo studiare due bambini ed è passato accanto a noi Salvatore. A quel punto, uno dei due bambini mi fa:
Bambino: Ma tu lo sai che quello è il fratello di uno che hanno ammazzato con una bomba?
Roberta: Certo che lo so.
Bambino: Perché lo sai?
Roberta: Perché quello che hanno ammazzato era mio zio.
Bambino: No, non è vero.
Roberta: Ti assicuro che era mio zio!
Non ci volevano credere, perché loro mi avevano comunque conosciuta come uno dei tanti volontari. A questo punto il bambino chiama Salvatore e gli dice:
Bambino: Salvatore, questa dice che è nipote di Paolo Borsellino!
Salvatore: È vero, è nipote di Paolo e mia nipote.
E i bambini sono rimasti un poco spiazzati, erano decisamente in imbarazzo, un po’ a disagio. Allora gli ho dato una carezza e il bambino si è fatto coraggio e mi ha detto:
"Ma tu ci pensi mai come sarebbe stata la tua vita se non avessero ucciso Paolo Borsellino?"
Io gli ho risposto "Certo che ci penso, ci penso spessissimo, però poi penso anche che tante cose, nonostante questo evento terribile, sono successe. Anche qualcosa di bello" gli ho detto. "Per esempio, se tutto quello che è successo in via D’Amelio non fosse successo, oggi magari non ci sarebbe la Casa di Paolo. Oggi magari io non sarei seduta qui accanto a voi. Oggi magari non avrei conosciuto bambini bellissimi come voi". A quanto pare questa risposta è piaciuta tantissimo ai bambini e mi hanno fatto un sorriso e hanno detto "va bene, continuiamo a studiare".
Per me è stata una cosa bellissima!

Qual è la situazione delle attività oggi?
Ad oggi siamo messi così: tutti i giorni c’è il doposcuola dalle 15:30 alle 17:30, tranne il mercoledì, giorno in cui la Casa di Paolo offre un servizio di sportello legale gratuito per tutti gli abitanti del quartiere che vogliono chiedere un consiglio, un’opinione, un aiuto agli avvocati che hanno messo a disposizione il loro tempo e si alternano qui appunto il mercoledì pomeriggio. È un servizio che noi riteniamo molto importante, che non viene ancora sufficientemente apprezzato, perché c’è molto timore nei confronti di tutto ciò che è la legge. Spesso ci vengono a chiedere se conosciamo appartamenti vuoti che possono occupare. Quando noi gli diciamo invece di rivolgersi ai servizi sociali, perché magari hanno diritto a qualcosa, loro scappano.
Altra attività della Casa oltre il doposcuola è il laboratorio artistico-creativo che c’è il sabato mattina. I bambini l’anno scorso hanno lavorato con il falegname del quartiere e hanno fatto la cassetta della posta, o meglio la cassetta dei desideri, che è sempre qui alla Casa, ben visibile, in cui i bambini mettono le loro letterine con i loro desideri e noi ogni tanto cerchiamo di realizzarne qualcuno.
Quest’anno stanno realizzando, sempre con il falegname, un bellissimo teatrino tutto fatto da loro, in legno. Stanno facendo i burattini e faremo in seguito uno spettacolo.
Le attività della Casa di Paolo comprendono il corso di informatica, che come ho detto prima è partito lo scorso 8 marzo; un corso di cucina, che comincerà a breve, un corso di cucito, in programma per le bambine, un corso di lingue inglese e francese, corsi di scrittura creativa e di lettura.
Qualsiasi cosa ci viene in mente, qualsiasi cosa ci viene proposta noi cerchiamo di concretizzarla se pensiamo che possa essere utile per i nostri bambini.

In che modo partecipa tuo zio Salvatore Borsellino alla vita della Casa di Paolo?
A grande malincuore per lui, e anche ovviamente per noi, può partecipare molto poco attivamente alla Casa perché vivendo fuori e soprattutto col fatto che lui continua a lavorare, scende sempre meno spesso, a parte il lungo periodo dell’estate e quello durante le vacanze di Natale. Per il resto, dirige da lontano. È presentissimo, perché qualsiasi cosa succede alla Casa, attraverso una rete fittissima di chat, lui coordina tutto. Tra l’altro, come sapete, ci sono anche le videocamere alla Casa che gli consentono comunque di "vivere" la Casa, anche se da lontano.
Ogni decisione per la Casa viene ovviamente discussa e condivisa con lui. Una cosa alla quale lui tiene tantissimo è il corso di informatica e lo sta coordinando lui da Milano. Perché lui, in quanto appunto ingegnere elettronico, sa bene l’importanza che può avere la programmazione, quindi ci tiene che i bambini prendano questo brevetto e che imparino a programmare. Stiamo quindi cercando di organizzare al meglio questo corso, proprio perché è una delle attività che lui ritiene siano più utili per la Casa.
Un’altra cosa che fa Salvatore, che mi fa moltissima tenerezza, è il fatto che lui sta arredando la Casa di Paolo così come ricorda essere stata la farmacia una volta, quindi gli stessi mobili, il colore delle pareti, adesso sta comprando i vasi che c’erano nelle antiche farmacie che contenevano le erbe e vuole ricreare quell’atmosfera che lui viveva insieme a Paolo, ad Adele e a Rita quando erano piccoli e correvano per questi locali.



I bambini della Casa di Paolo hanno partecipato a qualche evento pubblico (Via D’Amelio, Teatro Santa Cecilia)?
Sì, noi cerchiamo di coinvolgere i bambini della Casa anche all’esterno. Cerchiamo di portarli fuori quanto più possibile, ogni occasione che ci capita per farli uscire dal loro quartiere per allargare un po’ i loro orizzonti.
I bambini sono stati preparati e hanno partecipato attivamente il 19 gennaio, al nostro evento "Il Compleanno di Paolo", sia quest’anno che l’anno scorso con un loro pezzo bellissimo. Erano emozionatissimi. Hanno capito l’importanza dell’evento. Hanno partecipato in via D’Amelio l’anno scorso con un altro pezzo bellissimo. C’è una delle volontarie che si occupa appunto di far preparare loro sempre qualcosa in occasione di questi eventi.
Dicevo che noi cerchiamo di farli uscire sempre, quando ce ne capita l’occasione, dal quartiere perché ci siamo resi conto che questi bambini non hanno altri orizzonti se non quelli di questo quartiere.
Quest’estate, infatti, abbiamo organizzato un paio di uscite con un pulmino che ci è stato messo a disposizione da un’associazione. In quella occasione ci siamo resi conto che i bambini hanno veramente bisogno di questo tipo di attività, perché per loro, anche facendo solo 10 km fuori da Palermo, si apre un mondo completamente diverso.

Abbiamo sentito parlare di un viaggio a Londra di alcuni ragazzi. Ci racconti qualcosa?
È una di quelle opportunità che questi bambini non avrebbero mai avuto se non ci fosse stato da tramite la Casa di Paolo. Tutto nasce grazie a un evento fortuito. Una preside di una scuola di Susa, in provincia di Torino, passa per caso da via della Vetriera il 23 maggio dell’anno scorso, quando a Piazza Magione c’erano le manifestazioni per l’anniversario della strage di Capaci. Passa di qui, legge Paolo Borsellino ed entra. Entra e Daniele, uno dei nostri volontari, le spiega il progetto della Casa di Paolo.
La preside s’innamora di questo progetto e ritorna a settembre con degli insegnanti e propone a noi tre, io in quanto amministratrice della Casa e responsabile, Daniele e Rossella che sono due volontari che tengono sempre aperta la Casa mattina e pomeriggio, di andare nella sua scuola, in tutte le sedi del suo Istituto Comprensivo a parlare del nostro progetto della Casa di Paolo.
Siamo stati così tre giorni a Susa, parlando con i ragazzi, e ne è uscito fuori una sorta di gemellaggio bellissimo. A Susa figuratevi che stanno aprendo e verrà inaugurata a breve la "succursale" della Casa di Paolo. Loro la chiamano scherzosamente "la Baita di Paolo".
Sono venuti da noi per il 19 gennaio. Abbiamo ricambiato l’ospitalità e li abbiamo avuti ospiti alla Casa di Paolo. Hanno partecipato con un pezzo al compleanno di Paolo al teatro Santa Cecilia. In quella occasione hanno deciso di offrire a tre dei nostri bambini un viaggio di studio in Inghilterra.
Hanno organizzato la partenza con i loro bambini, inserendo anche tre dei nostri, accompagnati da tre di noi. Siamo partiti domenica 11 marzo.
Per i bambini è stata un’opportunità davvero inimmaginabile, unica. Infatti, durante la seconda gita che gli avevamo fatto fare, avevano visto da lontano l’aeroporto e erano rimasti davvero scioccati! Non avevano mai visto un aereo, neanche da lontano, figuriamoci poterlo prendere, un aereo!

Oltre alle attività con i bambini, quali altre attività si svolgono alla Casa di Paolo?
Oltre alle attività con i bambini alla Casa di Paolo si fanno anche altre cose.
Si fanno presentazioni di libri. Se un libro riteniamo che possa essere interessante, che possa avere un qualche collegamento con l’animo che comunque sorregge la Casa di Paolo, che è quello stesso delle Agende Rosse, noi proponiamo che venga presentato alla Casa di Paolo. Abbiamo un bellissimo proiettore con un grandissimo schermo e facciamo proiezioni non soltanto per i bambini, ma anche per i grandi, proiettando film che abbiano un filo che li leghi al nostro impegno.
Una delle attività della Casa di Paolo della quale andiamo decisamente orgogliosi è quella che vede la Casa coinvolta in un progetto di aiuto per i senzatetto. Dalla Casa di Paolo escono ogni settimana, a spese della Casa di Paolo, 60 pasti per i senzatetto che vengono poi portati da un nostro volontario e distribuiti a chi ne ha più bisogno.
La Casa di Paolo è tappa per i pellegrini della Francigena di Sicilia. Da noi vengono a chiedere ospitalità i pellegrini che fanno la strada aperta di recente, la Palermo- Agrigento.
Se ci viene chiesto, offriamo i locali della Casa, per esempio, adesso c’è un collettivo di lavoratori che sono stati licenziati da un call center e si riuniscono presso la Casa, perché non hanno una sede dove riunirsi con i loro rappresentanti sindacali.
Organizziamo delle serate. L’ultima è stata quella della settimana scorsa, la nostra apericena.
Come sapete, andiamo avanti grazie a donazioni e liberi contributi e quindi facciamo eventi proprio per cercare di autofinanziarci e poter mantenere l’attività dei bambini, comprare il materiale didattico e via dicendo. Abbiamo organizzato l’apericena la settimana scorsa, perché anche se il viaggio in Inghilterra era tutto pagato, volevo permettere a questi bambini di poter partire avendo un minimo di disponibilità economica, per comprare dei pensierini ai genitori, per potersi togliere qualche sfizio, per poter realizzare qualche desiderio una volta in viaggio.

Qual è il rapporto tra la Casa di Paolo e la città di Palermo? E tra la Casa di Paolo e i turisti?
Come sapete qui abbiamo fatto tutto noi, tutto a spese di Salvatore e con la raccolta fondi. Il Comune ha ben poco contribuito. Abbiamo un "contenzioso amichevole" con il Comune per la sistemazione del basolato davanti la Casa di Paolo, che è antichissimo e che sta cedendo. Chiediamo continuamente che venga sistemato: se fosse di nostra competenza, lo faremmo tranquillamente, ma purtroppo non possiamo metterci mano e, quindi, in questo caso, abbiamo bisogno dell’intervento del Comune.
La Casa di Paolo sta diventando un vanto per la città: infatti il Sindaco la chiama spesso in causa come una delle cose belle di Palermo.
Molti turisti vengono portati qui dalle guide che hanno cominciato a conoscere questa realtà e ritengono che sia un luogo a Palermo che meriti di essere visitato, e adesso cominciamo ad essere anche segnalati in qualche guida turistica.
Tantissimi altri turisti passano qui per caso, vedono la targa all’ingresso, si fermano, si incuriosiscono ed entrano. E lì sempre nasce un amore a prima vista, perché non ci si può non innamorare di questo posto. Ad accoglierli c’è un quadro bellissimo di Paolo con il sorriso. E noi facciamo in modo che chiunque entri possa assaporare l’ottimismo di Paolo. Di conseguenza, tutti i turisti che passano, anche solo per caso, prima o poi ci mandano un messaggio ringraziandoci per l’accoglienza, per aver fatto loro conoscere questa parte di Palermo bellissima.

Quali sono i progetti per il futuro?
I progetti per il futuro li ho accennati prima dicendo le attività che si fanno e quelle che abbiamo in programma. Siamo un cantiere in continuo movimento, nel senso che chiunque ci venga e ci proponga qualcosa, chiunque ci dia un’idea e abbia intenzione anche di venirci a dare una mano con qualche attività per i bambini, noi siamo sempre pronti ad accoglierlo a braccia aperte.

Nella Casa di Paolo c’è una piccola foresteria con otto posti letto. Che ruolo svolge?
La foresteria svolge un ruolo importantissimo. Permette di poter dare ospitalità con quegli otto posti letto a chiunque voglia venire da fuori, sia del Movimento delle Agende Rosse ma non solo, a darci una mano con le nostre attività per i bambini, ad offrire il suo aiuto alla Casa di Paolo. Nel tempo ci siamo resi conto che sono una grande risorsa questi otto posti letto e possono essere sfruttati anche in altri modi. Per esempio, per il fatto che siamo sede della Francigena, i pellegrini ci chiedono ospitalità e questa è una cosa che a Salvatore piace tantissimo in quanto lui è un amante di questi percorsi, avendo fatto il cammino di Santiago e metà della Francigena.
La foresteria è stata utilizzata l’anno scorso in periodo di emergenza neve. A Palermo è nevicato, evento raro e che ha creato notevoli disagi a persone che già stanno in situazioni decisamente precarie. Abbiamo deciso in quella circostanza di aprire la porta della Casa ai senzatetto e ne abbiamo ospitati otto per un paio di settimane.
In un’altra occasione, abbiamo utilizzato gli otto posti letto della Casa di Paolo per ospitare una famiglia di nove persone, due genitori con sette figli minori che erano stati sfrattati da una casa che avevano già precedentemente occupato e che erano stati messi per strada. Se non avessero trovato un posto dove dormire, a quella famiglia sarebbero stati tolti i figli minori. Per evitare questo, che sarebbe stato un ulteriore dramma, abbiamo dato ospitalità a tutte e nove le persone. Diciamo che è stata una situazione provvisoria, perché la Casa non è adatta a questo tipo di ospitalità per un lungo periodo, ma abbiamo dato la possibilità a queste persone di avere un tetto sopra la testa e nel frattempo di poter cercare un’altra soluzione per andare ad abitare.

In che modo è possibile collaborare con la Casa di Paolo?
Essendo qui tutti volontari, andando avanti grazie a donazioni sono due i punti fondamentali: braccia, quindi volontariato e donazioni. Noi lanciamo sempre appelli. Ogni occasione è buona per lanciare appelli a chi voglia venirci a dare una mano con i nostri bambini. Il volontariato è la risorsa principale. Il secondo elemento sono le donazioni. Nella Casa di Paolo non si accettano né si chiedono finanziamenti da parte dello Stato, di quello Stato che non ci dà la verità sulla strage di via D’Amelio. Noi andiamo perciò avanti grazie alle donazioni che arrivano da tutta Italia e grazie ai piccoli contributi.
Come dicevo prima, i turisti, entrando nella Casa di Paolo e vedendo quello che facciamo, lasciano quasi sempre un loro piccolo contributo, che, per quanto piccolo sia, comunque ci permette di andare avanti.
(26 marzo 2018)

Tratto da: 19luglio1992.com

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